Docenti riconvertiti al sostegno:
scadenza prorogata, rimonta la polemica

  Il Redattore Sociale, 29.5.2012

ROMA. Scadono l’8 giugno i termini per le candidature ai “corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno destinati al personale docente in esubero”: così li definisce il Direttoriale n. 7 del Miur (Ministero dell’istruzione, università e ricerca) che il 16 aprile scorso li ha istituiti. Una risposta, da parte del ministero, al problema dei docenti che affollano la lista dei soprannumerari, a causa dei tagli di organico realizzati negli ultimi anni. Si tratta di corsi articolati, con alcuni moduli in presenza e altri on-line, che prevedono l’acquisizione di 60 crediti formativi per poter accedere al ruolo di insegnante di sostegno.

Numerose le proteste suscitate da questa iniziativa del Miur che, secondo alcuni, è destinata a dequalificare l’offerta formativa rivolta agli studenti con disabilità. Proprio a seguito di queste polemiche, nel gennaio scorso il ministero decise di annullare il bando con il quale raccoglieva candidature di insegnanti di sostegno da utilizzare come tutor nei corsi di riconversione: un percorso formativo che prevedeva appena 12 ore in presenza e 120 on line. Ora, sebbene i nuovi percorsi formativi delineati dal Miur siano più articolati e completi, a pochi giorni dalla scadenza delle iscrizioni al corso tornano le polemiche. Innanzitutto, la proroga della scadenza stessa, inizialmente fissata al 23 maggio, secondo il sindacato Flc-Cgil “rende ancora più evidente una fretta inspiegabile se si considera, come avevamo già denunciato, che a breve sarà disponibile la nuova situazione dell'organico per 2012/13 e, a seguito dell'introduzione dei nuovi ordinamenti, dei pensionamenti e dei trasferimenti, potrebbe accadere che chi è oggi in esubero non lo sia più o viceversa. Cosa farà il Ministero? Sospenderà i corsi per chi non è più in esubero? Riaprirà i termini per i nuovi?” Il sindacato chiede quindi che il tema dell’esubero sia affrontato “in modo complessivo e non con provvedimenti parziali e frettolosi”.

Molto critico anche il Coordinamento degli insegnanti di sostegno, che in una nota denuncia: “Sebbene la partecipazione a detti corsi sia (teoricamente) su base volontaria, il docente soprannumerario che decidesse di non aderire rischierebbe di rientrare nel profilo previsto dalla L. n. 183/2011, con la ricollocazione forzata in altro ramo della pubblica amministrazione e, se ciò non fosse possibile, la cassa-integrazione, seguita da un possibile licenziamento”. Questo spiegherebbe perché “si stia registrando nelle scuole di ogni ordine e grado una vera e propria adesione di massa. Il Miur – denuncia ancora il coordinamento - con un corso farsa, ha deciso di ricollocare sul sostegno docenti che hanno alle spalle decine di anni di insegnamento delle discipline, nella più totale indifferenza rispetto alle esigenze didattiche degli allievi disabili e delle loro famiglie. Parallelamente, altrettanti docenti specializzati ma precari, che hanno seguito un percorso univer sitario avanzato e che hanno lavorato per anni su posto di sostegno, maturando conoscenze e competenze specifiche, saranno in pratica spazzati via, epurati, esodati. Saranno sostituiti dai loro colleghi costretti a riconvertirsi, demotivati, obbligati ad improvvisarsi in un ruolo mai ambito, sovente malcelatamente avversato, formati con un corso breve, sintetico, in buona parte on-line”.

Il percorso formativo potrebbe interessare oltre 10.000 insegnanti, secondo le stime del coordinamento, di cui l’80% delle scuole superiori. “Lo sdegno e lo sconforto dei docenti precari specializzati è unanime – conclude la nota - Da una parte essi vedono calpestato il diritto dei loro allievi ad avere un supporto competente; dall’altra vedono sfumare ogni sacrificio ed ogni speranza di lavoro per il futuro. É per questi motivi che noi chiediamo l'immediato ritiro del Decreto Direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012. Il problema degli esuberi deve trovare soluzioni eque, in grado di contemperare gli interessi e le aspettative di tutto il personale della scuola, attraverso un organico flessibile riferito a reti di scuole, ora anche normativamente disciplinato”.