Disabilità, quanto risparmia lo Stato? Più informazioni su: disabilità, insegnanti di sostegno, Scuola, stato sociale. di Fabiana Gianni Il Fatto Quotidiano, 28.5.2012 Ma che bella notizia! Con la Nota Ministeriale 3508 di questo mese si segna la fine del precariato degli insegnanti di sostegno. Detta in parole povere : abbiamo docenti non specializzati in esubero? Con un bel corso online li mettiamo a fare il sostegno. Abbiamo docenti precari qualificati per il sostegno? Mandiamoli a casa. Del resto così siamo certi di ottenere alcuni risultati imprescindibili: 1) Garantire agli alunni con disabilità l’attenzione di docenti che non hanno scelto di esercitare l’insegnamento di sostegno, ma sono costretti a riciclarsi per restare sulla piazza 2) Garantire a quei giovani docenti che hanno studiato e si sono formati per l’insegnamento di sostegno di restare a casa a fare i disoccupati colti 3) Garantire la minima inclusione degli alunni con disabilità ai quali riversiamo con orgoglio una sorta di avanzo casuale diviso per materia curriculare che ovviamente esclude del tutto la libertà di scelta. Si è già scritto molto a questo proposito, ma nulla è cambiato. Già ad oggi a mio parere la maggior parte degli insegnanti di sostegno non è adeguatamente formata sulle disabilità gravissime, figuriamoci con un corso on line impartito per restare a galla cosa potremo ottenere. A mio giudizio per alcune patologie è carente a monte l’ipotesi dell’insegnante di sostegno. La figura dovrebbe essere più specifica e cucita su misura. O continueremo ad avere insegnanti di sostegno con grande necessità di sostegno perché non sanno da dove iniziare. E di certo non è colpa loro! Tanto è che se faccio l’elenco dei cambiamenti che sto vivendo attraverso Diletta emerge solo che lo Stato Sociale è sempre più affievolito, che troppe famiglie (inclusa la sottoscritta) rimangono schiacciate dalle corse, le guerre e le fatiche e non riescono più ad avere il tempo neanche per combattere. A settembre, unificheremo i plessi grazie alla Gelmini con un bel caos di dirigenti e segreterie nomadi da un plesso all’altro. Pensiamo alla gestione delle disabilità. Pensiamo alle ore di sostegno che vengono assegnate sul plesso in “ movimento”. Gli Assistenti Educativi Culturali sono rimasti a dieta e oramai sono tutti ben in forma. Essi non mangiano più i pasti con gli alunni che vengono aiutati o nutriti a seconda dalle situazioni da operatori resi distanti nella logica del risparmio dei pasti. Qualcuno ha mai verificato quanto pane, parmigiano, olio, pasta, e generi alimentari vengono sottratti dalle mense? Ma li non c’è disabilità quindi si può fare finta di nulla e anzi, si favorisce la dispersione delle cibarie aumentando la mensa da 40 a 80 euro al mese. Anche le gite rimangono ancora a buona decenza del corpo docente perché la normativa di riferimento non impone ma consiglia. E quindi io ( e come me tantissimi altri) per mandare Diletta al campo scuola tre giorni ho dovuto scrivere lettere rassicuranti, assumermi responsabilità, scendere a patti con chiunque e spendere 50 euro di albergo in più perché due ore di riposo gambe di Diletta sono state conteggiate come un giorno di uso della camera. Con grande garbo degli albergatori che hanno affermato di non essere una casa di cura … E altro giro altra corsa : tra poco finisce la scuola e giustamente noi madri declassate a serie “ Z 1000” non possiamo lavorare, né produrre: dobbiamo stare a casa a litigare con spiagge lagher o inaccessibili, con il caldo torrido e le piaghe, con le piscine e il peso da sollevare per un bagno, con costumi da 150 euro per poter scendere perché servono anti decubito. E siamo fortunate se possiamo nonostante tutto permetterci di farlo. C’è chi sta in arresto in case piene di barriere, senza soldi neanche per mangiare e passeggia di notte con la cedola IMU in mano. Perché la casa è casa, anche se è l’unica risorsa di chi cura il proprio figlio e usa la risorsa per non gravare sullo Stato. Lo Stato ringrazia e aumenta la tassa a dispetto di milioni di euro buttati in privilegi che concede ai privilegiati all’interno della cosca dei finti colti al comando. Eppure anzi che sentirmi stanca sento energia che si trasforma al mio interno, sento voglia di lotta. Sento che il Paese Italia deve cambiare e credo che grazie a chi si soffre cambierà in meglio per tutti. Dal 9 giugno, ultimo giorno di scuola terrò un diario della nostra vita. Mi piacerebbe che altri genitori nella mia situazione lo facessero. E vorrei far valutare da un economista quanto risparmia lo Stato grazie alle fatiche di tante madri e di tanti padri. Chissà se questo servirà a far capire a qualcuno che il peso sociale è la politica e non il cittadino? |