Nuove classi di concorso:
prendi una, paghi due

Quello presentato alle organizzazioni sindacali il 15 maggio scorso è un decreto sulle nuove classi di concorso sensibilmente diverso dalle ipotesi già discusse nel passato

di Mario D'Adamo ItaliaOggi, 29.5.2012

Nuove classi di concorso in avanzata fase di elaborazione, docenti le cui materie d'insegnamento confluiscono solo parzialmente nelle nuove più ampie classi, candidati iscritti al tirocinio formativo destinati a conseguire abilitazioni ormai vecchie, delineata una complessa fase di transizione anche per garantire i diritti acquisiti.

Quello presentato alle organizzazioni sindacali il 15 maggio scorso è un decreto sulle nuove classi di concorso sensibilmente diverso dalle ipotesi già discusse nel passato, che riduce a 82 le 174 del vecchio ordinamento (decreto ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998), e non tutti sono soddisfatti. Al ministero, dopo un nuovo incontro con i sindacati già programmato per il 31 maggio prossimo, sperano di fare approvare il decreto al più presto, per farlo entrare in vigore, stando al comunicato del 9 maggio, con l'anno scolastico 2013/2014. Non tanto presto, dunque, per farlo decollare con il tirocinio formativo attivo, le cui classi di abilitazione risulteranno così in molti casi disallineate, e per dare la possibilità, in caso di ampliamento degli insegnamenti relativi alle classi di concorso della scuola secondaria di secondo grado, di acquisire crediti formativi universitari o accademici nel corso del tirocinio ai fini dell'integrazione e del rafforzamento delle relative competenze disciplinari (art. 15, secondo comma, del regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti n. 249 del 2010).

Non sembra nemmeno di cogliere nel decreto particolari semplificazioni rispetto ai preesistenti raggruppamenti per ambiti disciplinari, che permettevano, ad esempio, agli aspiranti a cattedre di lettere nelle medie inferiori e superiori di affrontare la stessa prova nelle materie comuni (italiano, storia e geografia), per poi eventualmente differenziare il seguito degli esami a seconda delle cattedre scelte, aggiungendo il latino o il greco o entrambe le lingue (decreto ministeriale n. 354 del 10 agosto 1998). Tutto lascia ritenere, invece, che il programma d'esame del concorso a posti d'insegnamento di materie letterarie e latino alle superiori, la nuova classe è la A-13, comprenda tutte le discipline delle due attuali classi assorbite, la 50/A (materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado) e la 51/A (materie letterarie e latino nei licei e nell'istituto magistrale che non c'è più). In tal modo, però, si introdurrebbe una rigidità, quella di far partecipare al concorso per una materia, il latino, che potrebbe non essere insegnato dai vincitori ai quali siano assegnate cattedre negli istituti tecnici e professionali o nel liceo scientifico, opzione scienze applicate, che non lo prevedono, e del resto il latino è sempre meno richiesto.

E ancora. Mentre prima appartenevano allo stesso ambito disciplinare, materie letterarie, latino e greco trovano ora spazio in una distinta classe, la A-14, nella quale confluisce la vecchia 52/A. Le critiche al decreto e alle relative tabelle, pur apprezzandosi lo sforzo di dimezzare il numero delle classi, si appuntano sul fatto che il processo di razionalizzazione, di diversificazione dei percorsi e di riduzione non è stato completato, mentre, come per il sostegno, si è andati troppo oltre, istituendo una classe per ciascun ordine di scuola e superando nella secondaria di secondo grado l'attuale incardinamento in aree disciplinari, ipotesi che non è gradita a tutti. Oppure si scontentano interi gruppi di docenti, le cui materie, già appartenenti a una vecchia classe di concorso, non trovano totale confluenza nella nuova. I docenti di scienze naturali, chimica, geografia e microbiologia, vecchia classe 60/A, si vedono sottrarre insegnamenti, attribuendoli ad altre classi, e scrivono al ministero chiedendone la restituzione. Lobbies in movimento, dunque.

Le tabelle allegate al decreto sono quattro, la A e la C elencano le classi di concorso e i corrispondenti insegnamenti (la tabella C è relativa agli insegnamenti tecnico-pratici), la B e la D stabiliscono le corrispondenze con le vecchie classi, che in certi casi sono individuate da un sottocodice, e l'imputazione a esse degli insegnamenti previsti dai nuovi ordinamenti delle superiori. Serviranno per gestire transitoriamente trasferimenti, passaggi, individuazione di perdenti posto, graduatorie, supplenze, immissioni in ruolo.