Ricci (Invalsi): nelle prove di quest’anno intervista a Roberto Ricci il Sussidiario 2.5.2012 Si avvicinano le prove Invalsi, i test predisposti dal Servizio nazionale di valutazione (Snv) che misurano gli apprendimenti degli studenti. Si comincia il 9 maggio con la prova di lettura per la II primaria e la prova di italiano per la II e V primaria; si continua il 10 con le prove di italiano e matematica, più il questionario studente, per la I media; l’11 ci sarà la prova di matematica e il questionario per la II e V primaria, mentre il 16 maggio sarà la II superiore ad affrontare le prove di italiano e matematica. Gli studenti di III media affronteranno invece la prova Invalsi in occasione dell’esame di Stato, il 18 giugno.
Roberto Ricci, responsabile del Snv, fa il punto sulle novità che
attendono gli studenti e i prof. «Dal punto di vista organizzativo
non ce ne sono. Ce ne saranno, invece, da quello dei contenuti».
No, il manuale è praticamente identico a quello dell’anno scorso e a
quello dell’anno precedente. Negli anni abbiamo avuto modo di
constatare che più le istruzioni sono precise, più i docenti hanno
il lavoro facilitato. Abbiamo così fatto tesoro dell’esperienza
degli anni passati, e dato ai docenti tutte le informazioni
possibili per organizzarsi al meglio. Ma le procedure sono
identiche.
Occorre tenere conto del fatto che negli insegnanti c’è un certo
avvicendamento. Nel dubbio, ci siamo detti: «repetita iuvant».
Dal punto di vista organizzativo non ce ne sono. Le novità sono
invece nei contenuti, che si evolvono. Pur nel rispetto di un filo
conduttore che le renda comparabili nel tempo, abbiamo cercato di
arricchire ulteriormente le prove, spostandone il focus verso le
competenze e cercando di limitare al massimo, fino ad azzerarlo, il
problema del cosiddetto addestramento al test. Ci preme che le
scuole intendano queste prove innanzitutto per quello che sono: uno
strumento di misurazione.
Vuol dire che le prove, come annunciato da tempo nei quadri di
riferimento, contempleranno non solo domande chiuse ma anche domande
aperte, di tipo argomentativo, tali da dare agli studenti una
maggiore possibilità di dimostrare ciò che sono in grado di fare e
di comprendere, e a noi uno strumento più sofisticato e ricco di
dati in sede di misurazione. Diversamente, rischieremmo di
privilegiare solo alcune competenze degli allievi a scapito di
altre. Occorre invece accertare la più ampia varietà possibile di
tipi di apprendimento.
Sì. Mediante domande di tipo argomentativo chiederemo agli allievi,
in modo proporzionato all’età, di dare una «ragione» della risposta
fornita. Pensiamo che sia lo strumento migliore per contenere il
cosiddetto addestramento al test, inteso come semplice tecnica di
individuazione tra opzioni più o meno plausibili.
In una maggiore varietà dei testi – discontinui, argomentativi,
anche regolativi, in modo tale da dare alle scuole esempi mutevoli
ed evitare la tendenza a concentrare l’attenzione solo su
determinate modalità di indagine.
Sì, cioè testi costituiti di istruzioni. Un testo regolativo
potrebbe essere un depliant, contenente regole o istruzioni di tipo
sintetico e prettamente operativo. È anche questo un test, non di
tipo letterario, ma che fa parte della vita quotidiana di qualsiasi
adulto.
Il questionario è molto importante perché ci dà una misura
dell’ambiente nel quale lo studente vive e opera, le sue attitudini,
i suoi interessi per le discipline; oltre a permetterci di
restituire alle scuole informazioni più dettagliate in termini di
risultato. Un certo risultato in italiano o matematica è molto
importante come esito in sé, ma è altrettanto importante per le
scuole, che lavorano in contesti sociali anche molto diversi. Tali
contesti hanno risvolti considerevoli – anche se sarebbe compito
della scuola cercare di eliminarne gli effetti –sui risultati
«netti» degli allievi.
Sì. Occorre che le scuole abbiano un’informazione quanto più
possibile precisa di ciò che esse stesse danno «in più» ai loro
studenti, e ovviamente questo deve avvenire al «netto», per quanto è
possibile misurarlo, del contesto nel quale i ragazzi vivono.
Non ci saranno particolari novità, poiché non è una prova di tipo
cognitivo ma solo una raccolta di informazioni. Proprio per questo,
in un’ottica di trasparenza, i questionari sono già disponibili in
linea.
Per quanto riguarda le prove che si svolgeranno a maggio, no. Invece
per la prova nazionale, quella della classe III della scuola
secondaria di primo grado che si terrà il 18 giugno, l’acquisizione
dei dati sarà solo elettronica. Questo ridurrà notevolmente il
lavoro dei docenti, e sarà un banco di prova per il futuro.
Intendiamo in tal modo ridurre l’onere per i docenti, acquisire
molto più rapidamente i dati in modo tale da elaborarli e
restituirli alle scuole il prima possibile.
I
fascicoli con le risposte date dagli allievi. Le risposte aperte, al
di là dell’esito giusto/sbagliato, sono uno strumento didattico
potente per capire come un allievo riesce ad argomentare. I dati poi
saranno restituiti tra la metà di settembre e la fine di ottobre a
tutte le scuole, in modo tale che esse, al proprio interno e
rispetto ad altre scuole anche con caratteristiche diverse, possano
fare le opportune riflessioni.
In vista dell’autunno pensiamo a un forum sul quale aprire un
dibattito sulle prove, sui loro contenuti e le loro caratteristiche.
Da questo punto di vista, mentre dalla scuola primaria arrivano
normalmente contributi costruttivi, il dibattito nelle superiori è
ancora un po’ troppo generalista e poco centrato sui contenuti.
Vorremmo che si discutesse un po’ di più di questi ultimi. Di solito, quando un dibattito è generalista tende ad essere anche ideologico.
COMMENTI
02/05/2012 - Docenti (e genitori) pro
INVALSI (Paolo Fasce)
Il tema della valutazione è senz'altro ricco e stimolante. Necessita
di approfondimenti e studi che meritano tranquillità di dialogo e
onestà intellettuale. Da settimane partecipo ad incontri coi
genitori, portando il mio punto di vista sul tema e per bilanciare
petizioni che fondano il proprio successo sulle fobie dei docenti,
ho avviato una raccolta di firme a sostegno delle prove medesime. La
trovate a questo indirizzo:
http://www.firmiamo.it/pro-invalsi 02/05/2012 - L'arroganza del potere (Vincenzo Pascuzzi) Le risposte alle ultime due domande, in particolare le parti riportate di seguito tra virgolette, tradiscono l'arroganza del potere. Domanda. Le prove Invalsi sono accettate ancora oggi malvolentieri da molte scuole e da diversi docenti. Cosa pensate di fare in proposito? Risposta. In vista dell’autunno pensiamo a un forum sul quale aprire un dibattito sulle prove, sui loro contenuti e le loro caratteristiche. Da questo punto di vista, mentre dalla scuola primaria arrivano normalmente contributi costruttivi, "il dibattito nelle superiori è ancora un po’ troppo generalista e poco centrato sui contenuti. Vorremmo che si discutesse un po’ di più di questi ultimi." Domanda. Generalista, o ideologico? Risposta. "Di solito, quando un dibattito è generalista tende ad essere anche ideologico." Traduciamo: le decisioni (dibattito ideologico) sono già prese: le prove si fanno. Ai docenti lasciamo i contenuti (dal dibattito democratico al dibattito tecnico). Il dibattito però prosegue altrove, ad esempio: http://www.facebook.com/groups/ 310665262338015/ |