LA POLEMICA

Il federalismo degli esami di riparazione
in Veneto ad agosto, a Roma già a luglio

Le circolari diffuse nei diversi istituti citano la "direttiva Fioroni" che però risale a sei anni fa Scuola: calendario fai-da-te per gli esami. Ma le famiglie e i prof protestano: manca il tempo per studiare

Corrado Zunino la Repubblica, 5.5.2012

ROMA - Sta crescendo una nuova esigenza nella scuola italiana: comprimere la stagione del recupero sulle materie insufficienti, che poi è quella estiva. Il 9 giugno si chiude l'anno scolastico in corso ed entro il 31 agosto negli istituti secondari superiori dovrà essere completato l'intero ciclo del "recupero": una volta era l'esame di riparazione, ma dal 1995 - ministro D'Onofrio, centrodestra - è diventato, almeno nominalmente, un esame per far rientrare i debiti formativi. La compressione temporale - il "giudizio sospeso" va chiuso, promuovendo o bocciando, entro il 31 agosto - è in verità un'altra cosa antica: decreto del ministro Fioroni (2006), lui del centrosinistra prodiano, ma i provveditorati regionali e le singole scuole non l'avevano mai recepito. Bene, in queste ore l'ufficio scolastico del Veneto ha diffuso alle scuole del suo territorio una circolare in cui ricorda la vecchia "direttiva Fioroni" e la rinnova chiedendo di "sciogliere i giudizi sospesi" tassativamente entro il 31 agosto. Fin qui, nonostante la riforma, non era stato così. Gli scritti e gli orali di recupero spesso smarginavano a settembre, chiudendosi entro il 5, 6. Per attendere l'esito, non era raro, si andava a ridosso dell'apertura della nuova stagione (nel 2011, per ricordare, si era ripartiti il 19 settembre e alcune classi erano ancora da formare perché non si conosceva il numero dei promossi a settembre).

Il provveditorato del Veneto, dove fino allo scorso gennaio il responsabile dell'ufficio scolastico era Carmela Palumbo, oggi direttore generale per l'autonomia scolastica al ministero dell'Istruzione, ha sancito lo "stop" delle proroghe: la stagione 2011-2012 si deve chiudere entro il 31 agosto. Questo significa che i professori saranno richiamati al lavoro a partire dal 20 agosto e che i ragazzi dovranno anticipare la preparazione sulle materie lacunose.

Con la riforma D'Onofrio e i successivi aggiustamenti si è stabilito che le singole scuole, nella loro autonomia, possono decidere i tempi di recupero e, soprattutto, devono organizzare corsi tenuti dagli insegnanti che hanno "rimandato" o da docenti esterni. I crediti formativi devono essere recuperati nella stessa estate, e questo è stato un aggiustamento del periodo Fioroni (ribadito dalla Gelmini) quando "la D'Onofrio" consentiva di riparare in più stagioni. Oggi chi non colma subito i vuoti nelle due-tre materie insufficienti resta nella classe di provenienza.

Il provveditore del Piemonte, Francesco De Sanctis, non ha emanato circolari stringenti sui tempi, ma spiega: "Faremo il possibile per chiudere la questione recuperi entro il 31 agosto". Uno dei motivi che renderebbero importante l'anticipazione, dice De Sanctis, "è la fine di molti contratti precari degli insegnanti proprio il 31 agosto". In altre realtà - Toscana e Liguria - si resta con gli esami da fare nei primi giorni di settembre. In regioni come il Lazio, e lo stesso Piemonte, ha preso piede il "recupero" a fine luglio, a chiusura dei corsi interni organizzati. In alcune scuole addirittura a fine giugno. Ma l'anticipo degli esami di riparazione sta creando problemi nelle scuole. Per gli insegnanti la finestra delle ferie di agosto è maggioritaria: le scuole, in quel periodo, sono sicuramente chiuse. Ester Iannis, preside dell'Isis Malignani di Udine, dice: "Negli istituti di grandi dimensioni non si riuscirà a conciliare le esigenze di prof, presidi, studenti e familiari". Andrea Carletti, dirigente del liceo Copernico di Udine: "Potremo recuperare le ferie nei primi giorni di settembre". È duro Mario Rusconi, preside del liceo (romano) Newton e vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi: "La forzatura del Veneto è una forma di federalismo scolastico vietato dalla Costituzione. Il decreto Fioroni non impone nulla, indica, e far riavviare le scuole italiane il 20 agosto è un'impresa impossibile. Rischiamo la proliferazione di finti certificati medici, inviati dagli insegnanti".