IL CASO SOCIETÀ
Niente e-book, siamo studenti Studio dell'Associazione italiana editori: i libri elettronici non sfondano nel campo dello studio. L'ambiente digitale è frequentato da tutti, ma limitato alle relazioni sociali e ai giochi di Jaime D'Alessandro la Repubblica, 23.5.2012 NATIVI digitali, ma fino a un certo punto. Ventenni che posseggono sempre il pc, la metà ha uno smartphone ma quasi mai un iPad e quando si tratta di studiare preferiscono di gran lunga i libri di carta agli ebook. Molti poi sono lettori forti che consumano più di 9 romanzi l'anno. Altri al contrario la narrativa non la sfiorano nemmeno sotto tortura. Luci e ombre della fotografia dall'Associazione Italiana Editori (Aie) fatta agli studenti universitari, che viene presentata oggi a Roma nella sede della Facoltà di Architettura a Piazza Fontanella Borghese durante la premiazione del concorso è-book. Indagine condotta su poco più di duemila persone equamente distribuite fra gli atenei del nord, del centro, del sud e delle isole, intitolata Passare la notte sull'ebook? Studenti universitari, manuali per lo studio e nuove tecnologie. E la risposta alla domanda sembra essere no. Nel senso che gli interpellati, l'età media è di 23 anni, non ama particolarmente leggere su schermo. "I veri nativi digitali arriveranno, ma per ora non frequentano l'università", spiega Mirka Daniela Giacoletto Papas, presidente dei Gruppo Accademico Professionale di Aie, il ramo dell'associazione che raccoglie i 140 editori di testi per gli atenei italiani. "Chi studierà su display per conseguire una laurea è chi oggi sta imparando su tablet alle medie e familiarizza con la tecnologia fin da piccolo. È un modo di apprendere completamente diverso. Non a caso gli studenti che abbiamo intervistato stampano sempre su carta quel che prendono dal digitale". I manuali infatti continuano ad essere usati dall'81.4 per cento degli universitari. Seguono poi gli appunti presi durante le lezioni, strumento adoperato dal 63.8 per cento e le immancabili fotocopie sulle quali si forma il 41.5 per cento degli intervistati. Pratica illegale, ci tiene a sottolineare la Aie. La novità, rispetto al passato, è l'uso del materiale didattico messo online dagli atenei e adoperato da poco meno del 60 per cento degli studenti. Gli e-book? Solo il 19,9 per cento li legge. La centralità della carta quindi, fotocopie incluse, è un dato di fatto. "La tecnologia in generale è destinata all'intrattenimento e alla socializzazione", continua Mirka Daniela Giacoletto Papas. Il 99,5 per cento ha il computer, il 48,9 per cento lo smartphone. Solo l'11,5 possiede un e-reader e il 13,5 il tablet. Ma sono tutti sui social network, iniziando da Facebook che può contare sull'86,9 per cento degli intervistati, seguito da Twitter con il 40,8 e Google+ con il 29,1. Appena il 7,9 per cento dichiara di non esser iscritto a nessun social network, contro il 4,4 che è presente in tutti. L'altro dato interessante, come dicevamo all'inizio, è che gli studenti sono lettori forti. Anzi, fortissimi. Quasi un terzo legge fra i cinque e gli otto libri l'anno oltre ai testi per lo studio. Il 18 per cento si spinge fino a 12 romanzi o saggi, poco meno del 20 per cento va addirittura dai 13 ai 24 libri, e l'11,6 ne consuma ancora di più. Al contrario due su dieci dichiarano candidamente di non aprire mai un volume che non sia testo di esame. La media, comunque, è 12 libri l'anno. Quando circa il 55 per cento della popolazione adulta non legge mai. "Questa sarà la classe dirigente di domani, 12 libri l'anno sono pochi", fa notare la presidente dei Gruppo Accademico Professionale di Aie. "In Inghilterra e in Francia gli indici di lettura sono più elevati". Ma qui siamo al solito bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Insomma, nel campo dei punti di vista. |