Indicazioni nazionali: le scuole di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 25.5.2012 E subito è partita la risposta dal ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi: ok, già previsto. E Bonanni (Cisl): furore ideologico. La scadenza coincide esattamente con gli impegni di fine anno (scrutini, esami di stato e molto altro ancora). Nei prossimi giorni il Ministero dovrebbe rendere noto il testo della bozza delle "Nuove indicazioni" Come è ormai consuetudine, anche in questa circostanza il Ministero ha scritto alle scuole per proporre l’ennesimo “monitoraggio” da svolgere in pochi giorni. Ma questa volta, forse, il Ministero ha davvero esagerato. Parliamo del monitoraggio sulla revisione delle Indicazioni nazionali: le scuole avranno tempo fino al 20 giugno per intervenire in un apposito spazio web che sarà disponibile (quando?) nel sito dell’Ansas per formulare le proprie osservazioni su una prima bozza generale del testo delle indicazioni. Ovviamente, a tutt’oggi (e siamo già al 25 maggio) non ci sono ancora né la bozza né lo spazio web. E’ probabile che bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Le scuole potranno iniziare a lavorare su questo nuovo impegno presumibilmente dalla prima settimana di giugno. E cioè esattamente quando inizierà uno dei periodi più intensi dell’anno scolastico: scrutini, messa a punto dei documenti scolastici, riordino dei sussidi, dei laboratori, riunoni conclusive dei gruppi di progetto e così via; senza considerare che nelle scuole secondarie di primo grado subito dopo il termine delle lezioni prenderanno avvio anche le operazioni per lo svolgimento degli esami di stato. Ma forse al Miur hanno pensato che in tutte le scuole, bene o male, un plotoncino di una mezza dozzina di docenti che a giugno non hanno particolari impegni lavorativi lo si può sempre trovare. Il fatto è che la revisione delle Indicazioni nazionali meriterebbe una maggiore attenzione e un dibattito un po’ più esteso e corale e non dovrebbe limitarsi ad un lavoro frettoloso svolto da pochi insegnanti. A meno che non si ritenga che l’importante sia comunque aprire la consueta “piattaforma” dove raccogliere un po’ di risposte per poter redigere il solito report da utilizzare per l’ennesima conferenza stampa. L’impressione che si ricava è che questa fase di coinvolgimento delle scuole sia stata venga realizzata più per rispettare il solito rituale che per ascoltare davvero la voce degli insegnanti, dei dirigenti, delle famiglie. . |