Profumo di scuola:
Dilettanti allo sbaraglio?
No, grazie

di Franco Labella da l'Unità, 30.5.2012

L'esperienza insegna: quando il MIUR cerca le scorciatoie anziché affrontare i problemi il risultato quasi mai è quello ottimale.

L'effetto collaterale più evidente dei tagli gelminiani riguarda i docenti in esubero perché le ore di lezione sono state ridotte. All’insegna del “troppa scuola fa male” e “ce lo chiede l’Europa” , la giovane scrittrice di favole ha creato le premesse per licenziamenti di massa di docenti precari ed anche di quelli “garantiti” con contratto a tempo indeterminato.

Ora che si avvia il terzo anno del riordino gelminiano delle superiori, il MIUR è alle prese con un elevato numero di docenti che hanno necessità o che subiscono le azioni di riconversione forzata. Era già successo con le maestre elementari, sempre Gelmini imperante, trasformate in docenti di inglese con corsi a presa rapida. Nel senso che, proprio come col cemento omonimo, i corsi brevi, succinti e compendiosi, dovevano dare l’idea di docenti ben formati ma con tempi assai ridotti rispetti ai loro colleghi docenti specialisti. Ma, come con il cemento a presa rapida, gli effetti si vedranno nel tempo e potrebbero non essere effetti desiderati.

Ora c’è il rischio di fare il bis con gli insegnanti di classi di concorso in esubero che si vogliono riconvertire al sostegno degli alunni portatori di handicap. Anche qui corsi rapidi con l’idea di impiegare i docenti riconvertiti già dal prossimo anno scolastico. Ma gli alunni disabili non sono le cavie e la scuola non è la Corrida. Per il rispetto dovuto agli studenti disabili, alle loro famiglie, alle associazioni di tutela sarebbe il caso di evitare l’ennesima “genialata”. Anche perché c’è qualcuno,di quelle associazioni professionali che fanno la fortuna degli avvocati, che sta pensando all’ennesimo ricorso al TAR per evitare che i docenti siano destinatari dei corsi a presa rapida.

Sarà il caso, perciò, di rivedere una decisione che, peraltro, avvia un processo di riconversione quando ancora non sono state definite le nuove classi di concorso. Sempre della serie cominciamo la casa dal tetto. Col cemento a presa rapida. L’importante è vincere, altro che partecipare.

Il Ministro Profumo ha annunciato l’intenzione di finanziare le scuole perché diano premi allo studente più in gamba dal punto di vista del risultato dell’esame di Stato. “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi , hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” recita l’art. 34 di quella Costituzione che non si studia più nelle scuola post-gelminiane.

Ora, non per trovare sempre dei limiti, ma si immagina, oltre il valore simbolico di 4- 5000 premiati in tutta Italia, di dare concretezza al dettato costituzionale premiando uno studente per scuola?

E se magari il premiato, invece di essere privo di mezzi, fosse ad esempio rampollo di gioiellieri nullatenenti che dichiarano un reddito inferiore a quello dei docenti del vincitore?

La situazione è meno infrequente di quello che si immagina. Qualcuno ha presente poi quello che è successo del premio in denaro previsto per chi si diplomava col massimo dei voti?

Successe che introdotto dal ministro Fioroni fu prontamente ridotto nell’importo dalla tagliatrice Gelmini. Insomma i precedenti non sono propriamente entusiasmanti. Staremo a vedere.

Certo, però, che il barone De Coubertin la vedeva diversamente.

CITAZIONI
Profezie


Per sconfiggere la mafia è necessario un esercito di maestri elementari”
(così Gesualdo Bufalino immaginava il ruolo ed il peso della scuola nell’opera di formazione delle coscienze).

Poi , però, è arrivata la giovane scrittrice di favole e si è passati alla “educazione alla legalità senza le leggi” eliminando lo studio del Diritto e mettendo in piedi la farsa di “Cittadinanza e Costituzione” , la disciplina che non c’è e che non ha alcuna valutazione autonoma.

Qui siamo veramente ai dilettanti allo sbaraglio se non fosse che allo sbaraglio ci vanno le giovani generazioni italiane.

Si comincia timidamente a discuterne ma forse sarebbe il caso, ministro Profumo, di rivedere certe scelte. O no?