Profumo di Scuola:
La Scuola nel caos dei corsi di recupero

di Franco Labella da l'Unità, 15.5.2012

Corsi di recupero o recupero dei corsi?

Non è uno scioglilingua e, meno che mai, come ha scritto qualcuno, federalismo scolastico. Semplicemente succede che sui corsi di recupero, previsti alle superiori da quando furono aboliti gli esami di riparazione, se ne leggono delle belle. Scuole che fanno le verifiche e pure gli scrutini a luglio, scuole che li fanno nei primi giorni di settembre e scuole che li fanno a fine agosto. Sarebbe uno degli esiti dell’autonomia scolastica se non fosse che qualche Ufficio scolastico regionale come quello del Veneto decide di imporre dei diktat. Con una circolare inviata ai presidi e rifacendosi peraltro ad una fonte normativa superata e di grado inferiore (O.M. 92/2007) rispetto al Regolamento sulla valutazione, in Veneto si è deciso, quest’anno, di forzare la mano alle scuole imponendo di terminare le operazioni entro il 31 agosto.

E dove sta scritto che le verifiche si devono tenere entro il 31 agosto? Il Regolamento sulla valutazione, infatti, consente di compiere le valutazioni e gli scrutini anche nei primi giorni di settembre (art.46), il Veneto pensa macchissenefrega, magari, anche del diritto alle ferie agostane dei docenti (chè a luglio ci sono gli esami di Stato per chi non lo sapesse) . E poi i docenti già ne fanno troppe di vacanze e sono pure “fannulloni” come graziosamente ci ricordava il veneto Brunetta.

Per l’Ufficio scolastico del Veneto le cose stanno così… Quando si comincia con lo “zelo fintomeritocratico” si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce e così, nella gara di velocità per concludere i recuperi, ci sono scuole che gli scrutini sospesi li completano a luglio, magari meno di un mese dopo la sospensione del giudizio. Ed in un mese le “lievi lacune” si colmano magari senza interventi didattici delle scuole a corto di risorse o di personale disponibile? Oppure gli studenti in difficoltà dopo aver frequentato, magari a giugno e senza alcuna pausa, gli eventuali corsi di recupero rendono meglio di quanto hanno fatto durante l’anno?

Ci sarà, evidentemente, una qualche ricerca americana che garantisce che gli studenti meno dotati spremuti come limoni rendono meglio…. Noi siamo rimasti, però, alla italica evidenza del contrario. Ma è perché siamo “fannulloni”…. C’è però una sicura controindicazione per gli scrutini a luglio. E’ vero , i prof. si impegnano tanto ma non sarà troppo credere anche ai loro poteri taumaturgici? Allora il sospetto che i corsi di recupero possano diventare il “recupero dei corsi” diventa fondato. Ma non fa gran che bene alla scuola sgarrupata.

Impreparato per il prof.

Lo studio del Diritto, nelle poche scuole in cui ancora c’è, reca con sé qualche “inconveniente”: ad esempio che l’allievo, comprendendo meglio la realtà, ponga domande e faccia rilievi critici. Nei giorni scorsi si è molto parlato delle difficoltà per gli imprenditori che hanno pendenze col Fisco e, contemporaneamente, risultano creditori per forniture o opere prestate allo Stato.

“Ma perché non possono compensare? Lo avete spiegato voi che debiti e crediti verso uno stesso soggetto si possono compensare” Benedetto ragazzo, va bene la partecipazione attiva alla lezione ma perché ora vuoi mettermi in difficoltà? “Prof. ma l’ho sentito da un ministro che non era possibile…. E però quello s’è sparato perché non poteva pagare le cartelle esattoriali”. A parte che non era un ministro ma Monti in persona, come glie lo spiego l’inspiegabile? Con una dotta quanto astrusa spiegazione che sì, sempre Stato è, ma la ASL debitrice non è lo stesso soggetto dell’Agenzia delle Entrate che attraverso Equitalia ha richiesto le somme che hanno inciso sulla psiche sconvolta del suicida?

Oppure chiarendo che Equitalia, per lo meno quando non sbaglia con le “cartelle pazze”, non fa altro che operare secondo leggi approvate dal Parlamento? Decido di non rispondere, mi becco l’impreparato e benedico la giovane scrittrice di favole. Quando ha deciso di non far studiare piu’ il Diritto, in fondo, lo faceva anche per il mio bene…… E poi tutte queste domande, queste riflessioni…… ma non potete semplicemente far finta di niente e pensare alla Play station?

Effetti collaterali.

Se fosse una soap opera la storia del TFA, il Tirocinio formativo attivo, sarebbe come Beatiful, un turbinio di promesse e di “matrimoni” di interesse anche leggermente incestuosi.

Il faticoso avvio si è arricchito di una nuova puntata, di una puntata venata di realismo e frutto di una intervista del ministro Profumo che annunciava un trattamento diverso per i precari. Cosa aveva preannunciato il ministro? Che per i precari con un servizio di tre anni, la prevista preselezione di accesso ai corsi del TFA sarebbe stata sostituita da un altro meccanismo. Apriti cielo. Le vestali del preteso rigore si sono agitate parlando di privilegi.

Ma se proprio uno vuole essere rigoroso perché non accetta di considerare che le distorsioni del nuovo meccanismo sono un effetto collaterale dei tagli gelminiani? Come si spiega altrimenti che per una classe di concorso con 299 docenti in esubero per i tagli gelminiani come la A019 ci siano la bellezza di 575 posti di TFA? Qualcuno per spiegare l’arcano di docenti in esubero ed in predicato di licenziamento e contemporaneamente posti a gogò per i TFA di quella disciplina ha invocato il principio di libertà e paragonato la professione dell’insegnante a quello dell’avvocato o dell’ingegnere. Sarebbero libere professioni a differenza dell’insegnamento ma si sostiene che una abilitazione non si deve negare a nessuno perché tanto non deve essere propedeutica all’assunzione.

D’accordo, uno può anche non vincerlo il concorso, ma se i concorsi non ci sono qual è la soluzione? L’assunzione diretta da parte delle scuole come nella Lombardia dell’assessore Valentina Aprea? Evidentemente si pensa e si auspica il ritorno ai precettori da assumere nel libero mercato….. Qualcuno altro, però, ha ricordato che le tasse di partecipazione ed il costo dei corsi TFA (2.000 euro mica bruscolini) non sono proprio piccoli numeri considerando i possibili partecipanti e,maliziosamente, ha ricordato che il soggetto coinvolto principalmente nei percorsi di formazione (e nei relativi costi di accesso) sono le Università. Insomma la domanda nasce spontanea: i tagli ai bilanci delle Università li compenseranno i precari e i neolaureati con i TFA?

Citazioni.

Vecchi maestri e nuove tecnologie “Una scuola migliore è possibile solo dal basso. Ed è questa anche la via per restituire agli insegnanti – oggi delusi e spesso collocati in uno spazio mentalmente difensivo – il loro naturale ruolo di protagonisti. Nessun computer e nessuna competenza potrà mai sostituire l’esperienza di un maestro. ” (così Giorgio Chiosso, docente di Storia dell’Educazione, in un recente articolo su “Il sussidiario”.

Chissà se concordano con Chiosso quelli che vedono le “magnifiche sorti e progressive” nei tablet e LIM da distribuire a pioggia nelle scuole sgarrupate.

Esterofilia.

“Da molto tempo è per me fonte di irritazione il fatto che nelle nostre scuole conducano una vita larvale cose da cui nessuno viene risparmiato, ad esempio il Diritto” (così Hans Magnus Enzensberger, saggista, poeta e scrittore tedesco in i Miei flop preferiti, Einaudi 2012).

Va di moda seguire esempi esteri nella scuola come nella società. Se valgono i “modelli tedeschi” allora beccatevi l’Hans Magnus che si riferisce, ovviamente, alle scuole germaniche. Vivesse in Italia e dopo la Gelmini manco le larve troverebbe. Ministro Profumo e se oltre agli ingegneri dessimo retta alle poetesse come la Valduga della settimana scorsa o a scrittori come l’Enzensberger di questa? In fondo siamo un Paese di poeti oltre che di santi e navigatori. Repetita iuvant.