Il 22,6% dei bambini italiani
è a rischio povertà

di Pasquale Almirante La Tecnica della Scuola, 16.5.2012

E’ il nuovo dossier "Il paese di Pollicino" di Save the Children che per tutto il mese di maggio lancia la campagna "Ricordiamoci dell`infanzia", con le foto di Monti, Fornero e Passera da piccoli. Per sensibilizzare la gente è previsto un grande evento il 25 maggio a Roma.

Il 22,6% dei bambini italiani, quasi uno su quattro, è a rischio povertà, con una differenza rispetto agli adulti dell'8,2%, uno dei più alti in Europa. I bambini con un solo genitore, quasi 1 su 3, è a rischio povertà, e 1 su 2 i figli delle giovani coppie.
Gli adulti italiani si sono dimenticati dei bambini, “Altrimenti” - sostiene Save the children – “il nostro Paese sarebbe già corso ai ripari di fronte ai dati drammatici che ci posizionano ai primi posti della classifica europea sul rischio povertà minorile, e alla loro escalation negli anni”.

Infatti negli ultimi 15 anni questo è il dato più alto e più preoccupante, visto che ha una crescita del 3,3% rispetto al 2006 e che si impenna a livelli mai registrati finora nel caso di bambini figli di madri sole, per i quali l`incidenza di povertà sale al 28,5%, mentre, nel caso in cui il capofamiglia abbia meno di 35 anni, 1 figlio su 2 è a rischio povertà.

Come sempre il mezzogiorno è l’area a più alta incidenza di povertà; qui si raggiunge quasi il 40% al Sud e 44,7% nelle isole.

E nonostante queste statistiche l`Italia rimane agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore delle famiglie, infanzia e maternità con l`1,3% del Pil contro il 2,2% della media europea; vanta tuttavia altri e più tristi primati negativi: evasione fiscale e corruzione che hanno eroso risorse alle centinaia di migliaia di minori che ne avrebbero avuto diritto e bisogno.

Le coppie di trentenni con figli a rischio povertà è il dato che è più cresciuto in termini percentuali negli ultimi 15 anni: mentre l`incidenza della povertà nelle famiglie con minori è in media del 21,5%, il dato si impenna al 47,8% nel caso di coppie con meno di 35 anni con figli: oltre quindi 10 punti. “Qui abbiamo famiglie con capofamiglia sotto i 35 anni che magari hanno un contratto di lavoro precario. Di fronte a questi dati non stupisce il fatto che molte giovani donne siano spinte a rinunciare o a rinviare sine die una maternità comunque desiderata”. Ma soprattutto, dice il direttore di Save the Children Italia, nella Valerio Neri: “Mentre si parla tanto e giustamente dello spread fra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi mai si sente parlare di quest`altro spread che riguarda la povertà e in particolare, la povertà minorile. I dati ci dicono infatti che negli ultimi 15 anni, con un intensificarsi del fenomeno fra il 2006 e il 2010, la povertà ha colpito più di tutti e con crescente intensità i bambini”.