Gli anticipi nella scuola
dell’infanzia e primaria

Un fenomeno diffuso con esiti critici

di Giovanni Campana dall'ADi, 7.5.2012

In questi giorni si è concluso, con la pubblicazione dei risultati della secondaria di 1° grado, il monitoraggio relativo all’applicazione delle Indicazioni del 2004 e del 2007 nella scuola dell’infanzia e nel 1° ciclo. Sui risultati complessivi del monitoraggio interverremo estesamente sul sito, qui si considera un solo tema per l’ampia diffusione che ha e le criticità che presenta: l’anticipo scolastico.

L’ambiguità del questionario

Il questionario utilizzato per il monitoraggio ha chiesto alle scuole di esprimersi sulla presenza dei bambini anticipatari, indicando, secondo una scala di intensità, se l’inserimento ha rappresentato per l’attività educativa e per la sua organizzazione una risorsa (fino a +3) o una criticità (fino a -3), assegnando alla valutazione 0 il significato di “assenza di problematicità”.

Bisogna però osservare, che nella elaborazione dei dati:

1) non sono state prese in considerazione le scuole che si sono posizionate sulla valutazione zero, che pure indica una situazione di successo e non di insuccesso dell’anticipo;

2) sono state computate senza distinzione le risposte delle scuole interessate direttamente dagli anticipi e di quelle che avevano dichiarato di non avere bambini anticipatari, sicché una parte consistente delle risposte rileva un’opinione, non la valutazione di un’esperienza professionale.


I risultati del monitoraggio

Se si esclude la valutazione zero, nella scuola dell’infanzia le valutazioni di criticità (scuola statale e paritaria insieme) sfiorano il 78%, mentre le valutazioni di anticipo come risorsa per la scuola rappresentano poco più del 22%.

Ma poiché i genitori mandano a scuola i bambini non perché siano una risorsa per la scuola, ma perché ricevano adeguata formazione, è giusto considerare che le valutazioni positive (compreso lo 0) sono il 39,3% nella statale e il 68% nella paritaria, mentre le criticità sono il 60,7% nelle statali e il 32% nelle paritarie.

Lo stesso dicasi per la scuola primaria.

Escludendo la valutazione 0, come fa il gruppo di lavoro dell’Ansas, nelle scuole statali la presenza di bambini anticipatari viene considerata una criticità nell’81% dei casi, mentre nelle scuole paritarie la criticità è il 50% dei casi.

Se si considera invece tutto l’insieme delle situazioni positive (zero compreso), queste sono nelle statali il 41,7%, nelle paritarie il 70,9%, mentre le criticità sono il 58,3% nelle statali e il 29,1% nelle paritarie.

La valutazione è complessa, ma la prevalenza delle valutazioni negative è netta

L’interpretazione di simili dati è particolarmente complessa. Per sapere se il dato sostanzialmente positivo delle scuole paritarie sia dovuto ad una diversa composizione sociale o ad altri fattori – compresa la propensione a preferire una risposta positiva – sarebbero necessari approfondimenti. Rimane il fatto che nella scuola statale, sia dell’infanzia che primaria, la prevalenza di valutazioni negative è netta.

Naturalmente, andrebbero ora indagati in modo articolati i singoli aspetti di difficoltà, per mettersi in grado di affrontare il problema: è evidente che così non va! Bisognerebbe anche vedere come vanno a scuola i bambini anticipatari negli anni successivi, in terza primaria, in quinta, alla prima della secondaria di 1° grado.

Nell’insieme una conoscenza scientifica del fenomeno e una valutazione dei vari aspetti richiederebbero un impegno piuttosto notevole. Si può dire, intanto, che la decisione se anticipare o meno l’ingresso alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria viene generalmente compiuta dai genitori sulla base dei motivi più vari, spesso i meno pertinenti. Fatto sta che molti bambini anticipatari non sono pronti, alla fine della scuola dell’infanzia, per affrontare il salto alla primaria, che – nonostante tutto – è, anche oggi, necessariamente, contesto intrinsecamente valutativo e dunque, al di là delle attenzioni protettive di molte docenti, centrato sulla responsabilità rispetto ai compiti di apprendimento.

L’ampia diffusione del fenomeno

Il problema coinvolge grandi numeri e non può non essere affrontato.

Nella scuola dell’infanzia i bambini anticipatari sono presenti nel 78% delle istituzioni scolastiche (71% nel Nord , ma solo 60% in Emilia Romagna, 87%, nel Mezzogiorno: Basilicata 96%, Molise 94%, Calabria 91%.

Nella scuola primaria sono presenti alunni anticipatari nel 93% delle scuola statali e nell’85% delle paritarie.