La Spending review taglia la scuola: Saranno utilizzati gli esuberi. "Mazzata" per i vicepresidi e più visite fiscali. Il Salvagente, 8.7.2012
Non saranno solo ospedali, enti di ricerca, università e ministeri a
finire sotto la scure della spending review. Nel mirino del
provvedimento che taglia la spesa pubblica, tra gli altri, ci sono
anche la scuola e cone ssa il personale docente. Anche se alcune
delle misure più dure sono state cancellate o modificate nelle ore
successive alla conclusione del consiglio dei ministri di ieri
mattina, il decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale è ancora pieno
di novità e misure volte al risparmio, che lasceranno scontenti
soprattutto gli insegnanti.
Si comincia col taglio della carta, che comporterà per gli istituti
una mini rivoluzione: a partire dal prossimo anno scolastico "le
iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e
grado per gli anni scolastici successivi (quindi a cominciare dal
2013/2014) avvengono esclusivamente in modalità on line" attraverso
un apposito applicativo che il ministero metterà a disposizione
delle scuole e delle famiglie.
In contemporanea, "le istituzioni scolastiche ed educative redigono la
pagella degli alunni in formato elettronico". Il risparmio comincia
dalla carta, e le pagelle si potranno consultare sul web, oppure
arriveranno per posta elettronica.
Idem per i registri, addio ai vecchi faldoni: "a decorrere dall'anno
scolastico 2012/2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano
registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle
famiglie in formato elettronico".
Non è una novità da poco per gli istituti. Il decreto stabilisce che
le scuole dovranno organizzarsi "con le risorse umane, strumentali e
finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica". Starà ai direttori
didattici trovare il modo, con i pochi soldi a disposizione, per
adeguare personale e strumentazione alal novità.
E se la svolta telematica piacerà poco alle segreterie, la “mazzata”
vera è però riservata al personale docente, in particolare quello
precario. Con l’anno nuovo scatta infatti per gli insegnanti in
esubero (quelli che dopo la riforma Gelmini hanno perso la
cattedra), la possibilità di fare supplenze anche per pochi giorni
all’interno della provincia di riferimento. Fino a ieri coloro ai
quali non veniva assegnata una cattedra ricevevano lo stipendio
senza lavorare, mentre le supplenze di pochi giorni venivano
assegnate dai direttori didattici ai cosiddetti “precari della
scuola”. Da quest’anno bisognerà occupare prima gli esuberi e molti
precari resteranno di fatto a bocca asciutta.
Sempre tra gli esuberi, coloro che sono in possesso del titolo di
specializzazione su sostegno o che hanno iniziato il percorso di
formazione potranno avere accesso anche alle supplenze di sostegno.
L’ottimizzazione delle risopsrse e l’utilizzo degli stipendiati che
fino a ieri restavano a casa, prosegue con il “declassamento” dei
docenti che per motivi di salute non possono più insegnare. Costori
diventeranno d’ufficio personale Ata: amministrativi e tecnici di
laboratorio. Anche i cosiddetti docenti tecnico-pratici, e coloro
che sono transitati dagli enti locali allo stato con una qualifica
diversa da quelle previste dall'ordinamento statale, transiteranno
“nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente
amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico, in base al
titolo di studio posseduto".
Il taglio più deciso è comunque riservato al personale docente
comandato presso il ministero degli Affari esteri: verrà ridotto da
100 a 70 unità mentre i 1.400 insegnanti italiani in forza nelle
scuole italiane all'estero vengono più che dimezzati: dal 2012/2013
saranno solo 624.
C’è poi la “stretta” sui compensi ai vicari dei dirigenti scolastici.
Fino a quest'anno, i vicepresidi o i vicari delle scuole elementari
e media, per assenze del dirigente scolastico superiori a 15 giorni,
percepivano la cosiddetta retribuzione per "mansioni superiori". E
poiché le ferie previste per i presidi d’estate sono superiori a due
settimane, ciascuno dei 10.000 vicari delle scuole italiane riceveva
il compenso. Dall’anno prossimo non sarà più possibile. I vicari
saranno remunerati soltanto con i soldi del fondo d'istituto.
Non è finita. I bilanci delle scuole verranno tenuti sottocchio
attraverso una disposizione di cassa che costringerà le scuole a
versare presso la Banca d'Italia i propri fondi e a non intrattenere
più singoli rapporti con singole banche. E le supplenze brevi - da
un giorno a qualche settimana, ma in casi eccezionali anche tutto
l'anno - saranno soggette a un monitoraggio per scovare le
"istituzioni che sottoscrivono contratti in misura anormalmente alta
in riferimento al numero di posti d'organico dell'istituzione
scolastica". Previsti anche controlli più severi per gli assenteisti. Le visite fiscali non saranno più finanziate dagli istituti, bensì dal ministero dell’Istruzione, che ha stanziato 23 milioni di euro che ripartirà alle regioni. |