Spending review, la protesta da Tuttoscuola, 25.7.2012 Restare al proprio posto. È per questo che si stanno battendo gli insegnanti inidonei che stanno protestando da due giorni davanti al Senato e stamani davanti alla sede Rai. Hanno dato vita a un Comitato - Comitato insegnanti idonei ad altri lavori, preferiscono chiamarlo - e, con l'appoggio dell'Italia dei Valori, hanno presentato una proposta in Parlamento (ma ci sono anche tre emendamenti del Pd che si muovono nella stessa direzione) per “sanare” una situazione che ritengono “ingiusta”. All'origine della protesta una disposizione, nell'ambito della spending review, che rende obbligatorio ciò che prima era facoltativo. Un passo indietro: la legge prevedeva per gli insegnanti malati non più adatti a stare in aula per vari motivi (terapie particolari, patologie non compatibili, ad esempio, con la gestione di bambini piccoli e vivaci) una via d'uscita: sarebbero rimasti nei ranghi del corpo docente ma adibiti ad altri lavori: in biblioteca, curatori di progetti o del Piano dell'offerta formativa o altri incarichi analoghi. “Ora - spiega uno dei manifestanti, Filippo Agostini - prima con la manovra Finanziaria del luglio scorso e poi con la spending review ci vogliono inserire nel personale Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). La misura pensata da Brunetta era facoltativa e su circa 4.500 insegnanti in tutta Italia in queste condizioni soltanto 500/600 hanno accettato il declassamento. Ora con Monti questo passaggio è obbligatorio. Il Governo otterrebbe un duplice risultato: abbassare il numero dei docenti e risparmiare (e noi prenderemmo il posto dei precari Ata che così non verrebbero mai assunti). Noi chiediamo solo di rimanere al nostro posto: il lavoro c'è, le biblioteche ci sono, in tutte le scuole, come pure i progetti sui quali lavorare. Siamo insegnanti e come tali vogliamo essere trattati”.
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