Scrutini, bocciare non serve
Il sottosegretario all'istruzione: ripetere
l'anno di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 17.7.2012 La classe come comunità resta. Ma può essere superata durante l'anno attraverso percorsi trasversali, finalizzati ad aiutare i ragazzi in difficoltà e anche quelli che hanno invece livelli di apprendimento più alti. La ricetta, già in uso presso alcuni istituti, «dovrebbe essere portata a sistema, per mettere a frutto le competenze e le potenzialità di tutti», dice Elena Ugolini, sottosegretario all'istruzione.
E per evitare di dover bocciare, «perché bocciare molto spesso non
serve». A pochi giorni dalla rilevazione sugli scrutini di fine
anno, la Ugolini ammette che l'aumento percentuale del numero dei
promossi, dello 0,4% alle medie e dell1,2% alle superiori, non è
statisticamente rilevante.
Risposta. Non possiamo mettere in dubbio che gli scrutini siano
veritieri, significherebbe dire che i docenti hanno smesso di essere
tali. E poi le percentuali di aumento non sono statisticamente
rilevanti, è un aumento minimo che non segnala un cambiamento di
tendenza significativo.
D. Non credo che i docenti nel decidere se promuovere o no abbiano
in mente che così lo stato risparmia. Molti ragazzi piuttosto devono
recuperare dei debiti, e stanno seguendo i corsi attivati dalle
scuole.
R. É dimostrato che non serve a nulla, lo testimoniano le ricerche
dell'Invalsi condotte dal 2008 in poi, se con cambia l'offerta della
scuola e di conseguenza l'interesse del ragazzo: lo stesso anno,
ripetuto uguale a se stesso, non dà nulla in più, è l'anticamera dei
neet, i ragazzi che non studiano più e non lavorano. É utile invece
se non si ripetono gli stessi errori, da parte degli alunni, ma
anche di genitori e insegnanti .
R. Alle superiori vengono fuori i problemi accumulati nel primo
ciclo. E c'è un approccio dei prof che a volte disorienta i ragazzi.
Noi stiamo rivendendo le indicazioni del primo ciclo, e lo scopo è
proprio quello di individuare i traguardi essenziali che occorre
raggiungere alla fine della scuola primaria e secondaria di primo
grado. E intendiamo poi rafforzare la formazione dei docenti, perché
sappiano intercettare i bisogni dei ragazzi sulle discipline
fondamentali.
R. Le risorse ci sono, non vanno disperse. Dobbiamo utilizzarle in
modo preciso, per priorità.
R. É necessario agire con prontezza, individuando già nel primo mese
le difficoltà e i bisogni dei ragazzi. E poi ragionare attraverso
moduli flessibili di insegnamento.
R. No la tradizione del gruppo-classe come gruppo comunità va
mantenuta, aiuta a crescere grazie alla ricchezza delle differenze.
Ma si possono avere interventi personalizzati trasversali,
attraverso lo strumento della flessibilità e dell'autonomia
didattica, che già oggi molti utilizzano. Va portato a sistema. Così
da creare all'interno di più classi gruppi differenziati per livello
di apprendimento. Un po' come avviene nei corsi di lingue E lo si
può fare utilizzando gli stessi docenti su livelli diversi,
incrociando così le classi.
R. Sono fondamentali per la ripresa economica, ma vanno rimessi in
sesto. Stiamo lavorando a nuove linee guida che rendano omogenei i
livelli della formazione sul territorio attraverso la sinergia tra
imprese, scuola e università. R. Spero che vadano in conferenza per agosto, ma comunque noi già ci muoviamo in piccolo. Siamo riusciti per esempio a trovare, attraverso la camera di commercio, le attrezzature necessarie per il laboratorio di moda dell'istituto Falcone-Borsellino di Brindisi. Certo, il tempo è quello che è. |