Sapere di (non) sapere insegnare:
i neoassunti giudicano la formazione ricevuta

La ricerca della Fondazione Agnelli esamina il quadro problematico
offerto dalle risposte di 32mila immessi in ruolo nel 2008-10
.

  dalla Fondazione Giovanni Agnelli, 29.7.2012

Piuttosto sicuri della qualità della loro preparazione disciplinare, i docenti immessi in ruolo negli ultimi anni giudicano invece molto criticamente, spesso ritenendole inadeguate, le competenze pedagogiche, didattiche, tecnologiche e relazionali ricevute nel corso del proprio percorso di formazione iniziale. Conoscono bene, insomma, la propria materia, ma temono di non saperla insegnare con efficacia e vivono con disagio il rapporto quotidiano con gli allievi (specie nelle classi dove sono presenti Bisogni Educativi Speciali), con le famiglie e con i colleghi.

Questo, in estrema sintesi, il risultato di una ricerca portata a termine dalla Fondazione Giovanni Agnelli e anticipata domenica 29 luglio in esclusiva dal Corriere della Sera.

Gli autori dello studio, Gianfranco De Simone e Stefano Molina, hanno analizzato in profondità grazie a una sofisticata strumentazione statistica i giudizi che 32.000 insegnanti neoassunti in ruolo in ogni ordine e grado di scuola nel triennio 2008-10 in 12 regioni italiane hanno dato in relazione alle diverse componenti della formazione iniziale ricevuta negli anni precedenti. Si tratta di un campione molto ampio: quasi il 40% di tutti i neoassunti del triennio considerato.

Degne di nota, perché forse non del tutto attesi, le valutazioni che emergono sulle SSIS e sul corso di laurea in Scienze della Formazione primaria. Soprattutto per i docenti della secondaria di II grado (e, in particolare, per quelli che già avevano un'abilitazione) le SSIS (chiuse dal ministro Gelmini nel 2009) hanno costituito un'esperienza relativamente positiva, in grado talvolta di attenuare - se non compensare - le lacune formative dei percorsi precedenti. Meno positivo, per contro, il giudizio delle nuove maestre sulla laurea in SFP, che sembra non avere dato un valore aggiunto significativo rispetto ad altri titoli di laurea, forse anche perché la preparazione offerta dagli specifici percorsi di scuola secondaria (ex magistrale, liceo sociopsicopedagogico) era già piuttosto elevata.

La sintesi della ricerca è già scaricabile, insieme all'anticipazione del Corriere della Sera, mentre il Working Paper dello studio sarà disponibile nei prossimi giorni.

 

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Versione Finale -luglio 2012