Profumo, province vogliono di P.A. La Tecnica della Scuola, 26.7.2012 Il ministro Profumo, risponde, a margine di un convegno, ai cronisti in merito agli allarmi lanciati dalle Province sul rischio apertura dell'anno scolastico: “vogliono conservare i privilegi. “Dispiace”, replica Castiglione. ''Il loro vero obiettivo č conservare alcune delle cose allo status quo. E' chiaro che per loro mantenere la delega sulle scuole, sulle proprietā delle scuole, dā la forza di dire 'noi dobbiamo esistere'. Obiettivo concreto del Ministero č invece quello di far gestire direttamente ai Comuni le scuole tagliando fuori quella che č la gestione di un organo intermedio, appunto la Provincia''. Immediata la replica di Castiglione, il presidente dell’Upi: ''Spiace che il ministro Profumo, con cui ieri c'č stato un incontro serio e costruttivo, scelga di attaccare le Province''. Ma anche il democratico Gianclaudio Bressa, capogruppo nella commissione Affari costituzionali replica alle affermazioni del ministro: “Spiace ascoltare certe cose dal ministro Profumo. E c’č da chiedersi se abbia una conoscenza reale di quale sia la funzione delle Province nella gestione degli edifici scolastici. Sa il ministro Profumo che molti degli istituti secondari che hanno la loro sede in un piccolo comune, se non ci fosse la Provincia sarebbero chiusi da tempo? E sa il ministro che se questi stessi istituti, per i quali le Province hanno contratto mutui molto costosi, passassero ai comuni, i Comuni non avrebbero i soldi per continuare a pagarne le rate? Quello che Profumo auspica, ovvero l’estromissione delle Province dalla gestione scolastica, significherebbe la chiusura di centinaia di istituti nel nostro paese. Come si capisce, la battaglia delle Province non č una battaglia in difesa di se stesse, ma in difesa della scuola pubblica di questo paese”. A pensarla come il ministro Profumo degli esponenti dell’Italia dei valori, per i quali “la Casta” vuole proteggere i suoi privilegi e non mollare la presa, ventilando paure, quella della chiusura delle scuole per mancanza di fondi, che in realtā non esistono. |