Federalismo scolastico, si parte Verso la chiusura di uffici provinciali e regionali del Miur di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 3.7.2012 In una stagione politica che pare bloccata sul fronte delle riforme istituzionali, tutta presa dall'urgenza del risanamento dei conti, spunta un po' a sorpresa un'ipotesi di accordo tra stato e regioni che punta a rivoluzionare l'architettura della governance della scuola. La scorsa settimana, i vertici del ministero dell'istruzione e la vice presidente della conferenza delle regioni, Stella Targetti, affiancata per l'occasione dall'assessore all'istruzione della Lombardia, Valentina Aprea, hanno presentato ai sindacati una bozza di accordo che dà attuazione al titolo V della Costituzione. Un accordo più volte annunciato in passato, mentre fioccavano i ricorsi alla Consulta per invasione di campo sia dello stato che delle regioni. L'obiettivo è di evitare duplicazioni di funzioni, di chiarire i principi generali che spettano allo stato e cosa invece, soprattutto sul fronte amministrativo, compete alle regioni. Due i casi dirimenti: la gestione del personale e l'individuazione delle scuole. Una volta definito il contingente di docenti e di ausiliari e amministrativi a cui hanno diritto le singole regioni, sulla scorta di principi generali e nell'ambito dei limiti della finanza nazionale, come poi il personale è assegnato alle scuole, come si gestisce la mobilità e quali istituti vanno accorpati o mantenuti in vita, questo sarà la regione a deciderlo. Si eviterebbe così che lo stato disponga un piano di dimensionamento che poi la Consulta ha dichiarato illegittimo, perché violava una competenza delle regioni. Alle quali, prevede l'accordo, saranno trasferite dunque anche le relative risorse finanziarie e umane: in ballo circa 4 mila lavoratori del ministero che ad oggi sono in servizio presso uffici scolastici provinciali e regionali e che potrebbero essere trasferiti alle dipendenze delle regioni. Con la relativa soppressione degli uffici territoriali del ministero, operazione che sarebbe ben vista anche in termini di spending review. Modifiche sono annunciate infine sul fronte contrattuale: ferma restando la competenza dello stato in materia di ordinamento del rapporto di lavoro del personale della scuola, sarà valorizzato il livello regionale. Con regole dunque diverse da regione a regione. E poi, tra gli allegati all'intesa, si prevede la possibilità di sperimentare «nuovi modelli organizzativi e forme avanzate di autonomia», che potrebbero anche riguardare il reclutamento dei docenti. Il processo è avviato e andrà ultimato entro giugno 2013. Probabilmente da un altro governo. |