Lucrezia Stellacci (Miur):
intervista di Federico Ferraù a Lucrezia
Stellacci,
Il Tirocinio formativo
attivo (Tfa) transitorio per i 20mila candidati disponibili è appena
partito e i candidati si stanno cimentando nei test di ingresso. Il
Miur aveva però garantito, nel suo comunicato dell’8 maggio scorso,
che sarebbe stato predisposto un percorso abilitante speciale per
quei docenti in servizio privi di abilitazione di cui il ministro
Profumo ebbe a dire, ragionevolmente, che «il tirocinio l’hanno già
fatto». Peccato però che non rientrassero nella normativa del
Regolamento in vigore. In altre parole, la platea di persone che
hanno diritto all’abilitazione è assai più vasta di quanto il
Regolamento avesse previsto; da cui la necessità di intervenire al
più presto, anche tenuto conto della volontà del ministro di bandire
non uno ma due concorsi - il primo entro l’estate, il secondo entro
la primavera del 2013 - per assumere nuovi docenti sia dalle
graduatorie a esaurimento, sia dalle liste dei nuovi, futuri
abilitati. Una fase transitoria complessa, insomma, nella quale il
più classico «granello di sabbia» potrebbe facilmente bloccare il
meccanismo di una delle più delicate e complesse fasi nella gestione
del personale scolastico degli ultimi anni. IlSussidiario.net
ne ha parlato con Lucrezia Stellacci, direttore generale del Miur a
capo del dipartimento per l’Istruzione.
Stiamo lavorando al
testo di un regolamento modificativo del decreto da lei citato che
ha già passato l’esame del Consiglio nazionale della Pubblica
istruzione (Cnpi) e attualmente è all’esame del Consiglio
universitario nazionale. Avuto il parere del Cun, farà l’iter
consueto: commissioni parlamentari, Consiglio di Stato, Corte dei
conti. Il processo è ancora molto lungo, ma stiamo affrettando i
tempi, secondo la volontà del ministro, perché vorremmo che i corsi
potessero iniziare in concomitanza con la programmazione del Tfa
ordinario 2012-13, cioè al massimo a dicembre 2012, gennaio 2013.
Per disciplinare la
programmazione 2012-2013, perché i noti 20mila posti di cui si è
parlato fino ad oggi riguardano la programmazione 2011-2012
cominciata però in ritardo. Dunque andrebbe a regolare la
programmazione ordinaria 2012-13 e quella, appuno, speciale.
Ho fatto dieci anni di
servizio? Per partecipare al Tfa speciale me ne servono tre, che
possono essere un servizio diverso per ogni anno, purché si tratti
di 180 giorni fatti tutti nella medesima disciplina.
Nella prima stesura
l’accesso era esteso a personale di scuole statali e scuole
paritarie con contratto a termine. Questo punto è stato oggetto di
varie perplessità e contestazioni, perché nelle scuole paritarie
molto spesso si è costretti ad assumere con contratto a tempo
indeterminato, perché una legge impediva alle paritarie di poter
tenere il personale per più anni con contratto a termine. Abbiamo
recepito questa necessità, perché la nostra priorità era escludere
il personale statale di ruolo − che può sempre partecipare ai Tfa
ordinari per prendere altre abilitazioni − ed esteso l’accesso anche
al personale di Cfp con servizio negli anni relativi all’obbligo
scolastico.
Fino al 2015-2016 o
comunque fino a che non si avranno le prime uscite dalle lauree
magistrali. A quel punto non ci sarà più un tirocinio transitorio e
uno speciale, perché il tirocinio diventerà l’ultimo anno della
laurea magistrale.
Il ministro ha già
chiesto l’autorizzazione al ministero della Funzione pubblica e a
quello delle Finanze per un bando secondo la vecchia normativa, non
destinato ai giovani abilitandi ma a chi è collocato in graduatoria;
anche se, ne sono convinta, di questo bacino fanno parte altrettante
persone giovani, entusiaste e disposte come i primi a puntare tutto
su se stessi. Ma dobbiamo dire «basta» a graduatorie del ’99 e, per
alcune classi di concorso, perfino del ’91!
Il concorso destinato
ai giovani è proprio quello che il ministro Profumo si accinge a
bandire nella primavera 2013 appena sarà approvato un altro
regolamento che stiamo definendo e che dovrà attraversare tutte le
fasi previste per un atto di questa portata. Pensi che era
addiruttura previsto dalla legge Fioroni 244/2007 che in un comma
prevedeva una disciplina che regolamentasse le nuove procedure
concorsuali; ma questa disposizione non ha mai avuto seguito…
No, il concorso sarà
fatto con le nuove classi. Lei si riferisce ad un altro regolamento,
che sta procedendo per una sua propria strada e si inquadra in un
ampio complesso di regolamenti adottati per regolarizzare il
sistema. Quello di cui parliamo è invece un regolamento sulle
procedure concorsuali, che dovrebbero essere diverse da come sono
adesso.
Perché la selezione dei
docenti deve poter dare alla scuola persone capaci di stare in
classe, e non soltanto conoscitori della propria disciplina.
La prima prova dovrebbe
essere uno studio di caso, rappresentare insomma una situazione
didattica definita da certe caratteristiche. Il candidato dovrebbe
spiegare quali interventi metodologici e didattici ritiene più
giusti per raggingere determinati obiettivi che saranno dati nel
caso. La seconda prova sarebbe attitudinale, una lezione da tenere
dando prova delle competenze che ormai si richiedono al docente:
specifiche, come l’utilizzo delle lingue e delle nuove tecnologie,
ma anche relazionali e organizzative.
Riservato agli
abilitati, con prova preselettiva, prima prova scritta, prova orale,
titoli. Insomma secondo le vecchie regole, anche se si cercherà di
curvare le vecchie regole alle nuove esigenze.
Le nuove regole diranno
che le graduatorie dei concorsi valgono due anni, dopo di che,
anche se non si fanno nuovi concorsi, quelle
graduatorie vanno in soffitta. Credo molto in questo nuovo sistema che si sta delineando. L’istruzione oggi ha bisogno di dati certi. Innanzitutto, deve poter contare su lauree magistrali il cui accesso è a numero chiuso, anche se con una programmazione di posti molto più ampia rispetto a quella ipotizzata dal 249/2010. E' giusto che sia così, altrimenti penalizziamo la scuola. Insomma, io credo che regole di reclutamento precise e tornate concorsuali cadenzate non siano un ostacolo, ma la migliore garanzia per tutti coloro che hanno vocazione e motivazione. Essi sono patrimonio di passione al quale il nostro Paese non può rinunciare. |