Federalismo scolastico:
quali potrebbero essere le novità?

di Lucio Ficara La Tecnica della Scuola, 3.7.2012

Ulteriori tagli di organico significherebbero la paralisi della scuola che inoltre ha già dato fin troppo. Uno spiraglio per la “Quota 96”.

La bozza di accordo Stato-regioni che apre con decisione al federalismo scolastico, in attuazione del titolo V della Costituzione, è da considerarsi la vera riforma della scuola.

L’unico freno alla approvazione conclusiva del nuovo testo unico sul riassetto della normativa scolastica, è il poco tempo a disposizione prima della naturale scadenza della legislatura. Entro la primavera del 2013 la discussione tra Governo e conferenza delle regioni deve trovare la quadra. Quali sono le novità condivise in materia d’istruzione tra i partiti che appoggiano il governo dei professori?
L’accordo non è impossibile anche se nel metodo e a volte nel merito le distanze emergono. Vediamo di indicare i punti condivisi e realmente approvabili.

1. Snellire l’Amministrazione dell’istruzione evitando la duplicazione dei compiti amministrativi tra ATP e USR e segreterie scolastiche, da qui potrebbe arrivare l’abolizione degli ambiti territoriali provinciali, dando poteri amministrativi alle sole Regioni.

2. La riorganizzazione delle scuole in reti ovvero una costituzione di reti territoriali (comunali o distrettuali) tra istituzioni scolastiche possibilmente simili, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie. Questo darebbe la possibilità di attuare l’organico funzionale e gestire il personale secondo graduatorie di rete e non più d’istituto.

3.  Riforma degli OO.CC., più che mai necessaria in quanto l’attuale risale al 1974. Questa riforma se ben ponderata ed equilibrata potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio per la scuola.

La riforma degli organi collegiali deve essere l’occasione per rafforzare l’autogoverno delle scuole in un quadro di regole generali, nazionali e democratiche e deve rimettere al centro della scena il collegio dei docenti.

Su questi tre punti cardine, sembrerebbe emergere una piena convergenza politica. Se si trovasse una sponda sindacale per quanto riguarda gli aspetti normativi e contrattuali, questa riforma del testo unico potrebbe essere realmente approvato prima della fine della legislatura.