Pacchetto merito. di Vincenzo Pascuzzi, 10.6.2012 Questa volta però Profumo e Rossi-Doria operano all’unisono, in sinergia. E’ di domenica scorsa, 3 giugno, l’intervista con titolo in prima pagina (quindi non inaffidabili indiscrezioni giornalistiche) del ministro Profumo a Repubblica con l’annuncio della sua riforma e del “pacchetto merito”, con premi ai migliori, ai meritevoli, alle eccellenze. Immediate, numerose, autorevoli le critiche, tanto che il ministro ha dovuto fare brusca e rapida retromarcia. E lo ha fatto con una lettera di chiarimenti, spiegazioni e scuse diretta ai sindacati. La lettera, di lunedì 4 giugno, presenta qualche anomalia: non indica le sigle dei destinatari, esordisce con un insolito e ambiguo “Care colleghe e cari colleghi”, sembra pervasa da urgente necessità di rimediare. Poi per tutta la settimana si sono susseguiti articoli e prese di posizione, in prevalenza contrari e sui quali il Miur dovrebbe riflettere e meditare. Invece no, il Miur finge di non aver capito e insiste. Venerdì 8 giugno, sul suo blog, Marco Rossi-Doria interviene a supporto del suo ministro e dichiara: “Va dato atto al Ministro Profumo di aver aperto un dibattito importante: come valorizzare il merito- l’impegno e le capacità - degli studenti”. Il dibattito è sì stato aperto ma chiaramente contro le aspettative del Ministro, il quale oggi – intervistato in video da Maria Latella – conferma che, secondo lui, "Sul progetto per il merito c'è consenso". Queste le sue parole: “In questi mesi ho visitato molte scuole o ho parlato con molte persone. Ebbene, non è affatto vero che genitori e insegnanti sono contrari al merito; anzi ci sono molti che chiedono misure per la valorizzazione delle capacità e dell’impegno dei docenti e degli studenti. Magari non lo chiamano merito, non usano questa parola, ma la sostanza è quella”. Due osservazioni sono obbligatorie: 1) per quanti genitori e insegnanti possa aver incontrato Profumo questi (qualche migliaio?) costituiscono un campione empirico e occasionale non certo significativo e valido dal punto di vista statistico, inoltre non c’è nessuna attendibilità né sulle risposte né sulle interpretazioni delle stesse, dato che l’interlocutore (pur in buona fede) è coinvolto nella vicenda; 2) “la valorizzazione delle capacità e dell’impegno” non è detto, è tutto ancora da dimostrare che venga davvero realizzata dal c.d. “pacchetto merito”.
Insomma, anche se è auspicabile la valorizzazione del merito, i
provvedimenti ministeriali sono atti e congrui allo scopo?
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