Un'insegnante rileva errori ScuolaOggi 29.6.2012 Egregio Signor Ministro, sono un’insegnante di Lettere, quest’anno impegnata negli esami di terza media: di conseguenza, ho somministrato e corretto le Prove Invalsi. Non voglio dilungarmi sull’inutilità e sulla stoltezza di tali prove; mi limiterò a dirLe che la valutazione di un ragazzino di tredici anni è un’operazione complessa che non può ridursi ad un mero calcolo matematico e, in particolar modo, l’Italiano non può essere impoverito con un quiz a risposta chiusa. In questa sede voglio invece soffermarmi su alcuni imperdonabili errori riscontrati nelle prove e nella griglia per la correzione:
1) L’esercizio D1b
recita: Non ti preoccupare, ………………. detto io a Francesco che domani
non vieni. 2) Nell’esercizio D10, nella colonna “affermazioni”, leggiamo: Non è successo ma poteva succedere; la consecutio temporum avrebbe invece previsto: non è successo ma sarebbe potuto succedere. 3) Nella griglia di correzione per la domanda A22 vengono proposti alcuni esempi di risposte corrette, uno dei quali recita: l’uomo viene ucciso per prendere il brillante. In questo caso non è accettabile che la proposizione subordinata finale sia nella forma implicita, non avendo essa lo stesso soggetto della principale (l’uomo viene ucciso – i ladri prendono il brillante).
Egregio Ministro, mi permetta di sottolineare il fatto che chi si erge a valutatore dovrebbe almeno conoscere in maniera impeccabile le regole della lingua italiana. Le consiglio, quindi, di scegliere con più accortezza i Suoi collaboratori e di controllare con maggior attenzione le prove da somministrare agli studenti, o di farle leggere a persone competenti in materia.
Distinti saluti |