L’amministrazione centrale di Enrico Maranzana Educazione & Scuola 17.6.2012 Il ministro Profumo ha parlato dell’esame di Stato e, dopo averne tratteggiato gli aspetti positivi, ha affermato che “il nostro paese deve avviare un percorso che dia maggior trasparenza ai processi, per dar una cultura in questa direzione ai suoi cittadini[1]”. Se tale indirizzo fosse applicato alla legge sull’esame di maturità del 69 si vedrebbero le negligenze che hanno contrastato e che continuano ad avversare l’ammodernamento del servizio scolastico: il rifiuto della cultura sistemica[2]; l’indisponibilità dei dirigenti a superare l’obsoleto modello organizzativo gerarchico che li pone al vertice dell’istituzione; la fissità dei docenti che non accettano le mete formative che la legge indica[3] e che restano abbarbicati ai libri di testo cui delegano le loro responsabilità professionali[4]. Sono passati quarant’anni da quando il legislatore ha abbandonato l’idea di scuola finalizzata alla trasmissione della conoscenza. Ne ha concepito un’altra centrata sulle potenzialità dei giovani; tutte le decisioni che nel tempo ha assunto muovono in questa direzione, con continuità. Ha riclassificato la conoscenza, finalità della scuola degli inizi del secolo scorso, incasellandola come uno degli strumenti a disposizione degli organismi scolastici. Essa è un’opportunità, un’occasione per promuovere e consolidare le qualità degli studenti. L’art. 2 della legge 53/2003 sintetizza tale intendimento: “Sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, ATTRAVERSO conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”. La nuova mission implica la ridefinizione sia della struttura organizzativa2, sia delle collegate responsabilità degli operatori scolastici. Questo è il nodo critico: le norme, concepite in perfetta coerenza con il nuovo modello, sono state stravolte, sterilizzate, applicate nominalmente. All’origine di tale colposo comportamento è da collocare l’errata interpretazione della legge, figlia di un’idea di scuola intangibile e frammentata4; L’unitarietà della gestione, il feed-back, le sinergie, la collaborazione e il coordinamento appaiono come aspetti inessenziali, trascurabili. La lettura dei POF, in particolare dei paragrafi “valutazione”, giustificano l’addebito. La progettazione formativa, quella educativa e dell’istruzione, sostanza dell’autonomia scolastica, sono modalità gestionali che non qualificano il servizio erogato. L’esame di maturità del 69 è stato abbandonato nel 97, sostituito dal nuovo esame di Stato: nessuna indagine è stata condotta per identificare le cause che l’hanno reso inefficace. L’esperienza non è stata capitalizzata! L’esame di maturità del 69 rappresenta l’inizio del processo di cambiamento del sistema scuola: la sua finalità era la “valutazione globale della personalità del candidato considerata con riguardo anche ai suoi orientamenti culturali e professionali”. Il mandato affidato alle commissioni d’esame aveva natura qualitativa. Al termine degli accertamenti, infatti, avrebbero dovuto “formulare un motivato giudizio” che “se positivo, si concludeva con la dichiarazione di maturità .. integrato da un voto”. Può essere opportuno ricordare che gli studenti erano ammessi all’esame solamente se la positività del loro “grado di preparazione nelle singole materie di studio” era stato certificato dal consiglio di classe. La scuola doveva accertare e valutare la preparazione .. la commissione d’esame aveva il compito d’identificare le potenzialità dell’uomo. Le commissioni, invece, hanno sovrapposto la loro attività a quella del consiglio di classe, eludendo il mandato ricevuto. Si assuma la prova d’Economia aziendale dell’a.s. 1999/2000 come punto d’osservazione e si considerino le decisioni prese da 22 commissioni operanti in sette provincie[5]. I criteri che sono stati utilizzati per revisionare e valutare gli elaborati scritti esprimono il loro orientamento: sono riportati nel seguito dello scritto. La significatività del campione deriva dall’uniformità della tipologia delle “misure” fatte dai diversi gruppi di lavoro: le conoscenze rappresentano per gli esaminatori il riferimento primario. Il nesso che lega il tema ministeriale alle capacità cui il curriculum tende, è stato ignorato.
La traccia d’esame analizzata in funzione delle capacità caratterizzanti il profilo professionale del ragioniere La traccia ministeriale prevedeva [...] la riduzione dei tassi [...] illustri brevemente gli orientamenti che si sono manifestati […] per accertare la capacità di “Affrontare i cambiamenti aggiornandosi e ristrutturando le proprie conoscenze”. La traccia ministeriale prevedeva la redazione di una relazione per accertare la capacitò di “Comunicare efficacemente utilizzando appropriati linguaggi tecnici”. La traccia ministeriale chiedeva di”suggerire, con opportuni esempi numerici, i possibili interventi per la soluzione dei problemi prospettati” per accertare le capacità di “Analizzare situazioni e rappresentarle con modelli funzionali ai problemi da risolvere” e di “Effettuare scelte e prendere decisioni ricercando e assumendo le opportune informazioni”. La traccia ministeriale chiedeva di “Presentare lo Stato patrimoniale […] che contengano i riflessi delle scelte […]” per accertare la capacità di “Interpretare in modo sistemico strutture e dinamiche del contesto in cui opera”. La traccia ministeriale chiedeva di sviluppare una delle tematiche affrontate per accertare la capacità di “Utilizzare metodi, strumenti, tecniche contabili ed extracontabili per una corretta rilevazione dei fenomeni gestionali”
Griglia di revisione della prova di economia aziendale della maturità 2000 Sintesi del lavoro di 22 commissioni Elementi di valutazione Conoscenza/capacità Conoscenza teorica dell’argomento richiesto e sua rielaborazione critica – Max punti 6
Competenza/capacità Uso della terminologia specifica - Max punti 3
Svolgimento dell’esemplificazione pratica – Max punti 6
“L’avvio di un percorso che dia maggior trasparenza ai processi” è un enunciato la cui attuazione impegna l’amministrazione centrale a leggere la realtà e a capitalizzare le esperienze. A tal fine dovrebbe accettare il suggerimento contenuto nello scritto “Brunetta/Gelmini: onorate il mandato ricevuto”, visibile in rete. In relazione all’esame di maturità il ministro dovrebbe attivare un censimento e incaricare gli ispettori di rilevare e tabulare le strategie che le commissioni hanno adottato sia per determinare e certificare i “livelli culturali” raggiunti dagli studenti, sia per accertare “le capacità e le competenze” che la scuola ha promosso “ATTRAVERSO conoscenze e abilità” L’assunzione delle responsabilità caratterizzanti il lavoro scolastico, da parte di tutti i soggetti, siano essi centrali o periferici/individuali o collegiali, è la porta di ingresso alla modernizzazione dell’istituzione scuola[6] .
[1] CFR in rete “Voti, valutazione, insufficienze; parole che offuscano il problema educativo” [2] CFR in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole” [3] CFR in rete “La scuola rivedrà le stelle?” [4] CFR in rete “Libertà di insegnamento, ovvero, i bamboccioni” [5] Cinque del Nord, due del Centro Italia (le griglie sono state ottenute, brevi manu, da colleghi membri delle commissioni esaminatrici). [6] CFR in rete “Riformare la scuola media: perché?” “La professionalità dei docenti: un campo inesplorato” “La funzione dirigenziale: chiave di volta del servizio”
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