Il sottosegretario Rossi-Doria: i più poveri a rischio abbandono.
"Bene, ma non basta ritorniamo
Però vorrei ricordare che per la prima volta
dopo di C.Z. la Repubblica, 4.6.2012
ROMA - Quell'icona,
maestro di strada, conquistata recuperando ragazzi alla scuola
dell'obbligo, nei Quartieri spagnoli di Napoli, ora Marco
Rossi-Doria deve mantenerla in vita a fianco del ministro del
merito, Francesco Profumo. Non è cosa semplice. Si rischia, da
sottosegretario all'Istruzione, di un governo tecnico, di mettere in
discussione una vita e cento parole spese «per chi è stato sempre
sutta (sotto)».
«Dico di sì, e dico
"bene, ministro". Dico: non basta. Per restare nel solco
dell'articolo 34 della Costituzione, citato da Profumo, ci vuole
altro. A partire da settembre. Perché oggi la scuola, secondo
Costituzione, è aperta a tutti. E invece perdiamo un ragazzo un
ragazzo ogni cinque. E sono i più poveri». «Ho seguito con attenzione tutto quello che il governo ha fatto in questi sei mesi, e non è poco. Un miliardo di fondi europei per il Sud, principalmente per la scuola del bisogno. Poi 117 milioni per cento scuole di seconda occasione, offrono un'altra possibilità a chi ha abbandonato. Altri 400 milioni per gli asili, ancora al Sud. E vorrei ricordare che per il primo anno dopo sette consecutivi, non ci saranno tagli alla scuola. Non ci sono investimenti statali, ma si è interrotta una lunga serie di contrazione. Nella prossima stagione i cicli scolastici manterranno lo stesso organico del 2011-12.
In questa fase di conti
pubblici stretti, ecco, le spese correnti sul sapere sono state
ingenti». «No. Ora la comunità paese deve decidere di tornare a investire. Sulla scuola, l'istruzione, e la conoscenza. Lo dice Bankitalia, lo dice l'Aspen. Si deve tornare a parlare con le parti sociali e investire. La nostra scuola ha bisogno di un miliardo l'anno, da mettere a bilancio da qui al 2015. Fondi europei e fondi statali».
«Trenta, quaranta
milioni per il merito. Con il resto bisogna rafforzare il tempo
pieno e quello prolungato, estendere le risorse contro la
dispersione alle periferie urbane del Nord, il problema più acuto in
questo momento, e finanziare docenti che aiutino gli studenti a
recuperare crediti formativi perduti e quindi, pagare le borse di
studio a universitari meritevoli. Oggi sette su dieci non vengono
pagati». «Merito sì. Nella mia esperienza di strada, a Napoli, ho trovato ragazzi poveri e di straordinario talento. Ne ricordo uno: 9 e 10 al liceo, massimo dei voti nei primi tre anni di Giurisprudenza, poi non ce l'ha fatta più. La famiglia costretta a mandarlo a lavorare. Ci fossero state le aliquote ridotte per i meno abbienti, introdotte da questo ministero, forse quel ragazzo non avrebbe abbandonato l'università». |