Vogliamo una scuola equa, di qualità di Vincenzo Pascuzzi, 22.6.2012 Veramente interessante, chiarificatore, condivisibile l'articolo di Antonia Romano (1) che esplicita e spiega il suo “no alla scuola del merito” e che induce alcune riflessioni e integrazioni.
«Ritengo
indispensabile andare verso una scuola di qualità, dove, per favore,
siano bandite le parole “eccellenza” e “meritocrazia”. La scuola di
qualità è una scuola equa, che fornisce a tutti strumenti per
orientarsi nel mondo, per abitarlo con senso critico e con coscienza
civile». A queste frasi, che racchiudono il senso dell'articolo, si
potrebbe aggiungere che tutti gli istituti scolastici dovrebbero
essere totalmente a norma, con aule capienti, adeguate ed
attrezzate, bagni civili, puliti e sorvegliati e magari avere anche
la .... moquette nei corridoi, musica di sottofondo e anche l'aria
condizionata durante gli esami. E ciò non per paradosso irridente o
assurdo, ma per dire che le scuole dovrebbero essere luoghi ben
accoglienti, funzionali, gradevoli, dove è piacevole recarsi, stare,
lavorare ed è più facile, meno faticoso anche insegnare e imparare.
Insomma scuole che tengano conto, in modo virtuoso, della c.d.
"teoria del vetro rotto" (2). Vediamo: "In un sistema pubblico non si devono identificare i migliori; i migliori si devono creare" (3). Poi: "mettere l'enfasi sui meriti "individuali" degli studenti piuttosto che sugli avanzamenti complessivi del sistema sembra davvero poco sensato" e ancora "giusto puntare all'eccellenza, ma insieme bisogna garantire qualità a tutti. Mi pare questa la grande scuola democratica di cui, tra i tanti, parlavano Calamandrei e Don Milani" (4). Ancora "la filosofia del premio al migliore sottende la stessa logica che è alla base dei test Invalsi. In entrambi i casi si scattano fotografie dell'esistente, mentre non si fa nulla per produrre quei cambiamenti che porteranno, appunto, alla qualità per tutti e ad ambienti educativi nei quali le eccellenze potranno emergere con facilità" (4) (5).
La situazione può
essere interpretata e riassunta affermando che il Miur e il ministro
Profumo, invece di operare, impegnandosi in prima persona per
realizzare una scuola di qualità che produca - come si è detto - il
merito al suo interno, stanno cercando di evadere attraverso la
scorciatoia, il cunicolo del merito e dell'eccellenza, per di più
con un “pacchetto” abborracciato in tutta fretta (6). Merito ed
eccellenza da ricercare e misurare su altri, esterni da sé, (come
studenti, prof, scuole,.... ) chiamati a rispondere in loro vece,
verosimilmente con modalità spicciative, discutibilissime,
simil-invalsi ma etichettate – ex cathedra – come scientifiche e
oggettive. I docenti di ruolo che diventano soprannumerari, costretti a imparare l’inglese con corsetti pseudo-intensivi o a una riconversione coatta nel sostegno. Le scuole che vengono accorpate in modo dilettantesco e illegale: anche fino a 16 o 20 istituti, scuole o succursali! E poi l’opinione pubblica – quella più ingenua e disinformata – nutrita, o meglio ingozzata, di notizie distorte, con titoli non casualmente ingannevoli. Vediamone solo alcuni: “Cari prof, negli scrutini a esser valutati siete voi” (11), “si scrive merito, si legge docenti di qualità” (12), "ecco quanto ci costa avere docenti scarsi" (13), "la bugia delle classi pollaio e i 40mila prof che non insegnano" (14).
E ancora c’è
l’onnipotente Invalsi con i suoi test c.d. scientifici ed oggettivi,
asseriti penetranti, quasi fossero raggi X o ecografie, che pretende
ed ottiene umilianti prestazioni esecutive . Onnipotente, sì. Almeno
comincia a credersi tale: “Mister Invalsi”, alias Roberto Ricci, che
però …. tranquillizza e rassicura: «…. Non cerchiamo certo una
Caporetto degli studenti» (15)! L'Invalsi - ricordiamolo - è
autoreferenziale, nessuno lo ha mai abilitato a produrre test,
nessuno ora lo controlla. Vediamo brevemente questi assunti inconsistenti: a) “che i sistemi educativi migliori del mondo del nord Europa (che non costano più del nostro)”; l'affermazione è palesemente non vera sia ora che al tempo di Gelmini: lo dimostrano dati, tabelle e grafici (17) (18). L'Italia spende molto molto meno e non solo del nord Europa. b) “E [i sistemi educativi migliori del mondo del nord Europa] lo fanno unicamente grazie alla qualità dei loro insegnanti, che da noi scarseggia perché ….”. Qui le precisazioni sono due: 1ª) i “sistemi educativi”, proprio perché “sistemi”, non possono essere migliori “unicamente”, ecc.; 2ª) che da noi scarseggi la qualità degli insegnanti, è opinione azzardata e non dimostrata dello stesso Roger Abravanel!
Roma, 21 giugno 2012 Vincenzo Pascuzzi
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(1) Una prof: ecco perché dico no alla scuola del merito (2) La “Broken Window Theory” e la strategia della “Zero Tolerance” (3) Tutti gli errori sull'Università. (4) Il merito del ministro Profumo (6) "Pacchetto merito"? Una proposta irricevibile (7) Il merito di Profumo maschera il disinvestimento nella scuola (8) La meritocrazia premia i migliori? (9) L’ideologia meritocratica produce soprattutto i suoi yes men (10) La nuova fabbrica autoritaria (11) Cari prof, negli scrutini a esser valutati siete voi (12) Si scrive merito, si legge docenti di qualità (13) Ecco quanto ci costa avere docenti scarsi (14) La bugia delle classi pollaio e i 40mila prof che non insegnano (15) Scuole Medie, il test con 9 super domande (16) Abravanel lo stregone dietro alla Gelmini (17) Spesa per l'istruzione pubblica nell'Ue: Italia al 21° posto (18) Spesa pubblica per l'istruzione e la formazione (19) La Francia ha scelto il cambiamento (20) La scuola di Hollande. Intervista a Gianfranco Garotta
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