Bocciare o non bocciare?
Intanto il ministro Profumo
vuole la scuola più moderna

di Vincenzo Pascuzzi, 30.6.2012

Pontremoli (Massa-Carrara). "Cinque bambini di prima elementare bocciati" (1). Questa notizia, dall'inizio di giugno, ha innescato un dibattito intenso, partecipato, potenzialmente utile e che ancora registra nuovi interventi e contributi.
L'intenzione di questo scritto è quella di tentare una sintesi e magari aggiungere qualche osservazione. Forse conviene prima tratteggiare lo sfondo, delineare la cornice in cui si parla di bocciare o non bocciare in prima elementare.

La cornice: sei mesi persi. "Sono passati oltre sei mesi dalla nascita del governo Monti ma il Ministro Profumo ha disatteso tutti i buoni propositi e le aspettative di coloro che credevano nel cambiamento della scuola pubblica": così sintetizza Paolo Latella sul blog Unicobas Lombardia (2).
Anche Marina Boscaino, su Libero Pensiero, abbozza un bilancio: "Adesso, a distanza di 6 mesi dal suo arrivo in Viale Trastevere, il tempo trascorso è sufficiente per provare a tracciare un bilancio" (3).
Il ministro Profumo è carente nei fatti concreti, ma è attivissimo con esternazioni di idee, promesse, altre dichiarazioni, anche con ovvie, innocue, perfino banali lettere di circostanza; e c'è pure chi le apprezza, ammira e già "attende la nuova lettera augurale per il nuovo anno" (?!). Il ministro è passato dal "pacchetto merito" alla "lezione moderna" simulata (4) (5) da includere fra le prove del prossimo concorso (ipermegagalattico con 240.000 concorrenti?!), ai Tfa (ordinari e speciali, ma che tirocini sono solo al 20%), alla citazione, forse non proprio pertinente, di Bertolt Brecht (6) (7), al plico telematico (8) che ha svoltato il millennio.
Anche il sottosegretario Rossi-Doria è attivo sul piano delle idee e delle dichiarazioni ma latita con i fatti (9).
Risulta singolare, inconsueta la posizione di chi fa parte, sta all'interno del governo e contemporaneamente dichiara e pontifica all'esterno sulle cose da fare. Le domande sono: ma a chi si rivolge? perché non lo fanno?
Ma torniamo alla disputa o al confronto "bocciare-non bocciare".

Si può non bocciare. Luca Papini, insegnante elementare a Livorno dichiara che "I suoi bambini non li ha mai bocciati e non lo farà mai. Perché, come diceva don Milani, bocciare è come sparare su un cespuglio. Forse era una lepre o forse era un ragazzo" (10).

Classi-pollaio. «Le aule affollate, non c'entrano» azzarda Lucia Baracchini (11). Lo capisce chiunque che non è vero e che c'è una bella differenza fra una classe di 29 o 30 alunni e una di 19 o 20! Ancora Baracchini: «Meglio fermarli ora»: la domanda però è "perché non si è intervenuti quando era ancora possibile?"

Per il loro bene. Il preside Angelo Ferdani: «Ci siamo attenuti alla normativa ministeriale .... (bocciati) per il loro bene» (12). Ma il preside non si esprime sulla capienza dell'aula in relazione alle norme di sicurezza: non è asimmetrico citare le norme quando sono rispettate e tacere quando - forse - non lo sono? E il "loro bene" vale solo ora, a giugno, quando è già tardi e non prima, a febbraio-marzo, quando si poteva intervenire utilmente? E poi chi può decidere, per gli altri, il "loro bene"?

Bocciare le maestre? Si domanda retoricamente Luigi Cancrini (13). Distrattamente, o con le migliori intenzioni, l'autorevole psichiatra e psicoterapeuta sembra scivolare nel pregiudizio diffuso secondo cui maestre e prof portano tutta la responsabilità del sistema scuola, di cui pure sono vittime - mansuete e rassegnate - essi stessi.

Bocciare il preside? Osserva Francesca Puglisi: ''Continuano purtroppo ad emergere, nella vicenda della scuola di Pontremoli, l'arroganza e l'incompetenza del dirigente scolastico, pagate dai cinque bambini .... '' (14) e si domanda se non sia da bocciare proprio lo stesso d.s. o preside.

La traiettoria. Conviene notare che la vicenda dei 5 bambini bocciati a giugno ha avuto origine mesi prima (forse a marzo) e un'evoluzione temporale di mesi. Ha perciò percorso una traiettoria spazio-temporale. I giudizi, le prese di posizione pro o contro dovrebbero riferirsi a tutta questa traiettoria, dall'inizio alla fine, e considerare cosa è stato fatto e cosa non fatto. Non limitarsi a considerare solamente la situazione finale fotografata al momento dello scrutinio: non hanno raggiunto "requisiti minimi per la sufficienza". Si può escludere con sicurezza la responsabiltà colposa o omissiva del sistema scuola (dalle stesse maestre, al d.s., agli usp e all'usr, fino al ministro e al governo)?

Bocciare il Miur? Forse maestre e d.s. non hanno segnalato o insistito abbastanza riguardo alla situazione didattica e ai mezzi necessari per recuperarla. Oppure ministro e governo hanno fatto orecchie da mercante, ignorando le segnalazioni? L'occasione può risultare utile per indagare e approfondire.

Bocciare costa. In termini economici, psicologici, rispetto alla dispersione scolastica. Miur e governo però non sono usi fare un idoneo bilancio costi-benefici. Si limitano a fare un bilancio contabile entrate-uscite (e ora anche tagli e risparmi!) riferito all'orizzonte temporale di un solo anno. Fanno piccolo cabotaggio! Quello che appare come positivo o risparmio se riferito all'anno, può benissimo nascondere una perdita riferita a un periodo maggiore.
Vediamo nello specifico. Viene stimato intorno agli 8.000 euro il costo di una bocciatura; o meglio il costo di un anno ripetuto (15). Allora cinque ripetenti costano 40.000 euro. Con la stessa cifra si poteva benissimo attivare la terza sezione, oppure - con molto meno, ad esempio, 2.000 euro per studente in difficoltà - si poteva provvedere a 4 mesi di attività di recupero e tutoraggio. Ma nel Miur, nel nostro sistema scuola forse nemmeno ipotizzano o pensano a bilanci pluriennali, a economie di scala, a rapporto costi/benefici a livello nazionale, a intervalli temporali diversi dal canonico a.s. settembre-agosto.
E poi, per completare il concetto, 8.000 euro è il costo in conto Miur, vengono ignorati sia i costi psicologici-emotivi, sia i riflessi sulla dispersione, non si considera quanto il ripetente costa alla sua famiglia in termini di vitto, accudimento e alloggio, non si considera il valore economico di un anno di lavoro perso. Insomma, gli 8.000 euro a carico del bilancio contabile annuale ministeriale e governativo, diventano il doppio o il triplo (16 o 24.000 euro) nel bilancio pluriennale della nazione in termini sostanziali e non solo contabili.

Né carne, né pesce. Esistono in Europa, non sulla Luna, Stati che hanno adottato sistemi scolastici che, con diverse modalità, non contemplano la bocciatura: Germania, Inghilterra, Austria, Portogallo, Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia (15). Di ciò però si parla molto poco.
Ripropone la questione una nota del sito tuttoscuola.com: "Si deve scegliere tra un modello che ammette le ripetenze e uno che non le prevede. Senza ipocrisie" (16). Infatti in Italia siamo in una situazione anomala, strabica divergente: il sistema scolastico contempla sì le bocciature ma nei fatti le pratica con estrema parsimonia (il riferimento non è ai numeri e alle percentuali, ma ai contenuti) in tutti gli ordini di scuola.
E non si tratta del c.d. buonismo (per il quale qualche collega si altera e accusa addirittura la "canea buonista"), le ragioni sono molteplici, complesse: è una situazione accumulata e aggravata negli ultimi decenni e di difficile soluzione anche perché viene occultata e negata proprio da promozioni non meritate. Elementari e medie riescono a nascondere meglio la realtà, le superiori non possono.
Allora dei circa 600mila iscritti al superiore, arrivano all'esame di Stato in circa 450mila (meno 20% di dispersione), di questi più di 100mila hanno impiegato 6 anni invece di 5, poi il 99% sono sì promossi ma forse circa 100mila senza vero merito (nonostante i tutti 6 richiesti per l'ammissione!). Questa situazione si regge sulle bugie richieste ai docenti e ai cdc, sulla riduzione dei programmi svolti e anche .... sulle copiature tollerate in sede d'esame.
Analisi dell'Invalsi e dell'Accademia della Crusca avvalorano - purtroppo - le indicazioni numeriche esposte.
E intanto, il ministro Profumo "chiede un’accelerazione sulla riforma" e dichiara che "la scuola è pronta per essere più moderna, ....".

Roma, 30 giugno 2012

Vincenzo Pascuzzi

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LINK

(1) Pontremoli, 5 bambini bocciati."Colpa delle classi pollaio"

(2) Gelmini e Profumo, scambio di complimenti, i problemi della scuola pubblica sono ancora lì!

(3) La scuola nell’era Monti. troppi silenzi

(4) Profumo: "Test e lezioni simulate: così cambierò i concorsi"

(5) Lezioni "moderne"

(6) Ministri e generali...

(7) D'ora in poi e per sempre sarà il "generale Profumo".

(8) Il plico telematico e la nascita della scuola 2.0

(9) La scuola non abbandoni i più deboli

(10) Contrario Luca Papini

(11) Favorevole Lucia Baracchini

(12) Bocciati a 6 anni: "Per il loro bene"

(13) Bocciare i bambini o le maestre?

(14) Puglisi (Pd), a Pontremoli bocciare dirigente non bambini

(15) Vietato bocciare alla scuola primaria!

(16) Bocciature Pontremoli: ecco le motivazioni