Nomine Nomine all'INGV: di Aldo Domenico Ficara da Regolarità e Trasparenza nella Scuola, 20.6.2012 Un gruppo di circa 400 ricercatori precari dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ) ha sollevato il caso delle modalità con cui è avvenuta la assuzione del loro capo ufficio stampa, viste le sue performance in diversi film erotici, fra i cui titoli si segnalano "Una donna da guardare", "La carne" e "Corti circuiti erotici Vol. 2" di Tinto Brass. Oggi si discute molto animatamente di merito, evidenziando quale tra competizione e cooperazione sia la migliore strada da seguire. Tornando alle affermazioni del capo ufficio stampa dell'INGV fatte in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, si evidenzia questo stralcio: "Ho avuto un grande passato che non rinnego affatto, ero bella come il sole, che male c'è? Sono stata un'atleta nazionale, attrice di teatro e cinema, scrittrice e giornalista. Questo è il problema, io se voglio mi riciclo altrove come ho sempre fatto, loro (i 400 ricercatori precari dell'INGV ) invece fuori dall'istituto non contano un cazzo". Attaccare per difendersi, usare toni forti per distogliere l'attenzione dal vero problema, tutte strategie che negli ultimi lustri hanno portato il sistema Italia al limite del collasso economico finanziario. Le persone che hanno dedicato la loro vita allo studio e all'aggiornamento professionale non contano mai un cazzo, anzi contano e contano molto, perchè con il loro sacrificio allo studio, sono da esempio ai giovani che si impegnano nelle nostre scuole. Chi invece ha seguito o segue facili scorciatoie di visibilità, facendo anche film porno, dovrebbe avere il buon gusto di stare almeno in silenzio. La colpa grave, che uccide il merito e tutti gli sforzi didattici che lo sostengono, sta in quelle persone che hanno permesso a competenze pornografiche di riciclarsi all'interno di un ente di ricerca, a discapito delle vere competenze disciplinari che sono state di fatto mortificate ed avvilite da queste scelte. Solidarizzare con i 400 ricercatori precari dell'INGV è un dovere, se si vuole dare un contributo fattivo alla deontologia professionale troppo spesso tradita in un Paese dalle raccomandazioni politiche disinvolte. |