Rendere pubblici i risultati delle prove
Invalsi e, Invalsi sì, ma … Rendere pubblici i risultati delle prove Invalsi e, soprattutto, condurle fuori dall’esame di terza media. Per non scaricare solo sui ragazzi la sacrosanta necessità di valutazione nella scuola italiana. Per l’Associazione italiana genitori (Age onlus) la maratona, cronometro alla mano, a cui sono stati sottoposti gli alunni di terza media, il primo vero esame nel loro percorso di studi, è eccessiva. dall'AGE, 22.6.2012
Si stanno concludendo,
ormai, gli esami finali della scuola media (secondaria di primo
grado). Esami che,
pur essendo i primi della vita di ogni studente, in quanto a numero
di prove, parrebbero persino più impegnativi di un esame di stato a
fine delle superiori. I ragazzi, infatti, sostengono le prove
scritte di italiano, matematica, inglese, seconda lingua straniera.
A ciò si aggiunge un orale per testare la preparazione generale in
tutte le materie. E, inoltre, le prove Invalsi, su italiano e
matematica, prove effettuate con il cronometro alla mano, domande di
modello anglosassone.
Infine, la terza breve riflessione e proposta. Vorremmo, come detto, che le prove Invalsi contribuissero a rendere comparabili le scuole fra loro, valutabili in modo omogeneo l’insegnamento insieme agli allievi. Vorremmo che le prove Invalsi contribuissero a smuovere la ricerca didattica, ad orientare ad una scuola che promuove competenze. Più cultura della valutazione significa, infatti, maggiore cultura della qualità. Potremmo dunque essere favorevoli a somministrazioni periodiche e frequenti di test Invalsi, così che anche gli alunni stessi si rendano conto dei loro punti di forza e delle difficoltà, confrontandosi con i risultati dei loro pari italiani ed europei. Ma, perché la prova Invalsi all’interno dell’esame di terza media, contribuendo a determinare il voto finale? Come in un imbuto, tutto si riversa sull’allievo che, “prodotto finale” di un percorso scolastico più o meno virtuoso, viene “misurato” in questa sede con uno strumento per lui (e per la sua scuola) forse inusuale, strumento comunque nato per valutare il sistema, non il singolo allievo. Potrà essere utile al sistema, nel complesso, conoscere il dato medio emerso dalle prove Invalsi. Ma sarà stato utile, ed equo, per il singolo allievo e per la sua famiglia? Soprattutto in una temperie culturale che tende a sovrapporre e identificare misurazione con valutazione, merito con premio (in denaro)? Per l'esame di terza media le prove non solo condizionano negativamente il voto finale, ma possono anche causare un danno economico alle famiglie: l’esito finale della terza media condiziona l’attribuzione di borse di studio e buoni “dote scuola”, nonché agevolazioni per acquisto di libri o altro. E' giusto che anche ciò venga pregiudicato dal risultato delle prove Invalsi? Si puniscono i passeggeri quando il treno giunge in ritardo? No, si lavora perché un sistema complesso via via elimini gli ostacoli che lo rallentano, semplifichi le procedure, incentivi gli operatori, chieda collaborazione agli utenti. Per non punire i passeggeri della scuola, svolgiamo molte prove Invalsi ogni anno, ma togliamole dall’esame finale! |