Rossi-Doria e la discussione di Vincenzo Pascuzzi, 13.6.2012 Una buona notizia. Marco Rossi-Doria, sottosegretario al Miur, vede di buon occhio, apprezza i dibattiti, così dichiara dalle colonne dell’Unità di oggi “I soldi per la scuola sono soldi per la crescita“ (1). Oltre che buona, la notizia promette possibili, positivi ed utili sviluppi. Allora conviene assecondare e cogliere questa disponibilità esternata. Vediamo come esordisce il collaboratore del ministro Profumo nell’articolo citato: «La scuola è tornata in prima pagina con un dibattito in campo aperto sul tema del merito. Di questo va dato atto al ministro Francesco Profumo, che ha avviato questa importante discussione. A maggior ragione perché non sono scese in campo le solite squadre del pro e del contro, ma tante interpretazioni della parola «merito» nel contesto della scuola». Diversi gli spunti da approfondire e commentare già in queste poche iniziali parole: vediamone alcuni. Prima di tutto, mettiamo i puntini sulle i: il dibattito recente (di questo giugno) non è sul merito ma bensì sul “pacchetto merito” confezionato dal ministro e preannunciato domenica 3 giugno quale oggetto di un decreto-blitz governativo per mercoledì 6 giugno. Le cose però non sono andate secondo le aspettative ministeriali, la discussione in seno al Cdm è stata rinviata già due volte (2). Le ragioni dei rinvii vanno cercate nella diffusa contrarietà alle proposte ministeriali: «Per fortuna, questa volta, la reazione al pacchetto di proposte sul Merito del ministro Profumo è stata tempestiva e molto ben articolata nelle argomentazioni e, soprattutto, è parsa provenire da molteplici e diverse direzioni: dal mondo della pedagogia e della didattica, dal mondo della politica, dalle Organizzazioni sindacali.» (3) Il ministro Profumo perciò non “ha avviato questa importante discussione” ma la sta subendo, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Peraltro la discussione si può ugualmente fare e può risultare utile. Dipende da come Miur seguirà e utilizzerà sia gli interventi già effettuati che quelli futuri. Due le possibilità: un Miur che considera e recepisce le critiche e cerca soluzioni concordi e condivise, oppure un Miur che ignora le critiche, considera solo gli interventi graditi e in sintonia e prosegue per la sua strada. Non risulta chiaro poi quali siano le evocate “solite squadre del pro e del contro”. E’ chiaro invece che non c’è una interpretazione unanime e condivisa del termine ”merito”. Ma ciò è dovuto al Miur che non ha specificato cosa intende lui per “merito”. Come si fa ad applicare una qualsiasi azione o scelta su una entità ambigua o non definita? O magari Rossi-Doria intende proprio discutere sul significato della parola “merito”? Sarebbe difficile venirne a capo. L’articolo di Rossi-Doria prosegue con opportune citazioni di don Milani, Luigi Berlinguer (4), Andrea Canevaro, di dati già noti sulla dispersione (è al 20%, dovrebbe scendere al 10%), sui laureati (che dovrebbero arrivare al 40%, ora sono al 20%) e sugli investimenti del governo per questi obbiettivi. Se Rossi-Doria si ponesse solo come commentatore-opinionista di questioni scolastiche, quanto esposto potrebbe anche essere sufficiente. Se invece, si pone come sottosegretario e componente del governo (e non può certo evitare questa veste), i pochi numeri citati non bastano. Occorre conoscere altre informazioni e avere altri numeri: gli obbiettivi, i programmi, le modalità e le scansioni temporali delle azioni di recupero della dispersione e di incremento dei laureati; quali sono e i criteri di scelta dei 100 territori o micro-aree; quali notizie e quali parametri saranno disponibili per monitorare l’avanzamento delle iniziative ministeriali; da dove, e a scapito di cosa, il governo ha recuperato il miliardo in più (?) che ha destinato nei modi indicati. Questa è la trasparenza che si vuole. Infine, le problematiche scolastiche non si limitano a quelle trattate. C’è la questione dell’edilizia scolastica, le c.d. classi-pollaio, le scuole accorpate illegalmente, i precari storici, tutte le questioni attinenti ai docenti. Per proseguire il confronto, può essere utile segnalare due articoli critici pubblicati ieri, in contemporanea con l’intervista a Luigi Berlinguer: “La funzione perduta dell’insegnante” di Carlo Bordoni (5) e “L’incultura di Profumo” di Angelo d’Orsi (6).
(1) I soldi per la scuola sono soldi per la crescita. Ha ragione Berlinguer … (4) «Giusto premiare il merito ma la scuola sia per tutti» |