Maturita' 2012

Prova Invalsi al posto del "quizzone"
il 70% degli studenti dice no

"Se si cambia nel 2013 si saprà dal primo settembre"

 La Stampa, 22.6.2012

roma
E' dalla gestione Gelmini che si discute se rimpiazzare o meno il terzo scritto della Maturità, messo a punto dalle singole commissioni, con un test nazionale realizzato dall'Invalsi sullo stile di quello della Terza media. L'ex ministra pidiellina ne auspicava il debutto già dalla Maturità 2013. Ma è assai improbabile che dal prossimo anno arrivi questa novità. Il 70% degli studenti è contrario perché teme un esame più difficile.

Roberto Ricci, responsabile del servizio nazionale di valutazione (Invalsi), interpellato da Skuola.net, rassicura la preoccupata platea: «una prova standardizzata alla Maturità richiede tempi e studi. Già da ora si può affermare con sicurezza che quando verrà introdotta, gli studenti lo sapranno fin dal primo di settembre. A nessuno verrà richiesto di saltare un ostacolo in più durante la corsa».

«Molto probabilmente nel 2013 - spiega Ricci - verranno condotti esperimenti su base volontaria. Un test di questo genere deve essere provato per individuare eventuali errori». Tra le materie che potrebbero essere oggetto di questa prova, confermano dall'Invalsi, non c'è ancora un orientamento preciso, tuttavia è molto probabile che ci sia una prova di comprensione della lingua italiana e una materia che caratterizza l'indirizzo.

La situazione è ancora fluida, lo stesso Ricci conferma: «stiamo ancora studiando la situazione e non abbiamo ancora terminato». Ai maturandi 2013 Ricci consiglia, comunque, di «fissare una data sul calendario: se entro la mezzanotte del primo settembre non succede nulla, possono stare tranquilli».

Da parte loro gli studenti sembrano non essere troppo favorevoli a sostituire l'attuale terza prova d'esame alla maturità con una prova Invalsi uguale per tutti.

Attraverso un sondaggio, a cui hanno partecipato circa 1200 studenti delle scuole superiori, Skuola.net ha rilevato che circa sette studenti su dieci hanno paura che un test nazionale predisposto dall'Invalsi possa essere ancor più difficile dell'attuale prova multidisciplinare preparata da ogni singola commissione esaminatrice.

Si sceglie dunque il male minore. In fondo ora tra i professori che compilano la prova ci sono anche alcuni commissari interni che conoscono il programma svolto dalla classe. Con un test standardizzato, si alza il rischio che i quesiti vertano su argomenti che sono stati poco approfonditi durante l'anno.

Solo il 16% dei ragazzi si è mostrato favorevole al test Invalsi per la maturità, perché - spiegano - in questo modo almeno si introdurrebbe un criterio di valutazione omogeneo che non dipende dalla magnanimità della commissione d'esame e nemmeno dalla predisposizione a mettere voti alti di una scuola rispetto a un'altra.