Che cosa chiediamo alle Indicazioni? ScuolaOggi 17.6.2012
Il ministero ha avviato
una consultazione sulle Indicazioni nazionali per la scuola
dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione che rappresentano
le coordinate fondamentali sulle quali si modulano i contenuti del
segmento scolastico dai 3 ai 14 anni.
Come avviene spesso nel
nostro straordinario Paese, la cosa si è però complicata, cosicché
nell’ultimo decennio si sono susseguite operazioni sperimentali di
vario genere.
La presenza nella
normativa di orientamenti impegnativi su punti assolutamente
significativi ha comportato la necessità di conoscere, almeno
approssimativamente, la situazione delle scuole.
La lettura seppure
parziale dei dati fa emergere elementi di un certo interesse: il
94,1% delle scuole ha modificato il Pof (Piano dell’offerta
formativa) nell’ottica delle Indicazioni; nella scuola primaria
l’offerta formativa è stata modificata prevalentemente nell’ambito
di Teatro/ danza/ musica (68,3%); nella scuola secondaria di I grado
l’ambito delle maggiori modifiche è quello delle Lingue (54,5%).
Inoltre è rilevante che il 73,3% delle istituzioni scolastiche
valuti gli apprendimenti in ordine agli standard fissati dalla
singola scuola, tenendo in qualche modo a distanza sia gli standard
europei, che le prove nazionali (leggi Invalsi). La nuova consultazione di recente promossa avviene sulla base di un questionario e di una bozza curata da una commissione del Miur (un nuovo testo) dalla quale traspare una evidente propensione per la scuola della verticalizzazione curricolare che consegue alla forma sempre più diffusa degli istituti comprensivi. Questo quadro pone una serie di problemi che devono avere una risposta prima della ufficializzazione del testo. Tra queste tre sono inderogabili. 1. La collocazione data alla scuola dell’infanzia che appare schiacciata sul quinquennio seguente e impoverita ulteriormente nelle caratteristiche che le avevano permesso di mantenere una posizione di eccellenza. 2. Una più chiara motivazione della scelta per il curricolo, che non è solo una organizzazione degli apprendimenti, ma una filosofia dell’insegnamento e della trasmissione dei contenuti che, in questa logica, non “dovrebbero” avvenire per sequenze ma unitariamente e induttivamente, proprio per garantire la qualità dell’apprendimento degli alunni. 3. La circolare n. 46 (24 maggio 2012) apre alla possibilità di un coinvolgimento di reti di scuole, enti locali, associazioni, Università che potranno, entro giugno (scadenza molto problematica anche per i vari impegni scolastici), elaborare memorie, proposte, segnalazioni, ecc.; eppure il questionario è compilabile on line esclusivamente da parte delle scuole. Riteniamo che la consultazione dovrebbe superare i limiti di un questionario a risposta chiusa che, seppure impostato ad ampio raggio, confina e riduce le possibilità di intervento, e dare pieno corso a motivazioni, esperienze, suggerimenti che rendano tutti consapevoli di quello che è successo in questi anni nella scuola di base, in modo che le Indicazioni siano non solo revisionate, ma se necessario riscritte nella parti fondamentali. |