Dimensionamento e andamento demografico: da Tuttoscuola, 18.6.2012 In attesa di sapere se e come le Regioni vorranno rivedere i loro piani regionali di dimensionamento della rete scolastica (del tutto improbabile, comunque, una revisione per il prossimo anno scolastico 2012-13, per l’evidente impraticabilità della prospettiva di rivedere le operazioni già definite - dimensionamento della rete scolastica, organici del personale, mobilità territoriale del personale docente, servizi di mensa e trasporti, etc.- in tempo per l’apertura dell’anno scolastico), si possono fare interessanti confronti sul nuovo quadro delle istituzioni scolastiche ridimensionate, uscito dalle sofferte decisioni delle giunte regionali. Dopo il dimensionamento per l’avvio dell’autonomia scolastica nel 2000, questa è certamente la prima vera riforma che tocca radicalmente la struttura della rete, perché le modifiche intervenute in questo decennio sono state prevalentemente il frutto degli assestamenti conseguenti alle variazioni demografiche della popolazione scolastica (in calo nelle aree meridionali e in aumento al Centro-Nord). Assestamenti accompagnati con maggiore o minore tempestività dalle Regioni. Nelle istituzioni scolastiche del Sud e delle Isole, rispetto al 2000, ci sono oggi circa 355 mila alunni in meno (oltre il 10% in meno); in quelle del Centro-Nord oggi ci sono 562 mila alunni in più (nel Nord Est + 21%). Nonostante varie resistenze per applicare completamente la nuova riforma della rete, al Sud e nelle Isole le Regioni hanno dovuto adattarsi al pesante decremento della popolazione e, quindi, hanno soppresso di conseguenza, mentre altrove hanno potuto agire con mano leggera. La nuova situazione della rete è, dunque, conseguenza del combinato disposto della legge 111/2011 e della variazione demografica. Erano complessivamente 11.276 le istituzioni scolastiche nel 2000-01; saranno 9.135 nel 2012-13: 2.141 in meno (-19%). In 12 anni è scomparsa una scuola su cinque. Metà di quel decremento è avvenuto al Sud con la soppressione di 1.068 istituzioni (-28%); le Isole ne hanno perso il 22%, il Centro il 16% e il Nord il 10%. La Regione che nel confronto 2000-01/2012-13 fa registrare la più elevata diminuzione di istituzioni scolastiche è la Calabria con 330 unità in meno (-45%), seguita dalla Puglia con 302 (-30%), dalla Campania con 271 e dalla Sicilia 270. Al Centro spicca la nuova situazione del Lazio che, pur avendo avuto un discreto incremento della popolazione, ha tagliato recentemente in modo netto, perdendo il 20% delle istituzioni (erano 194 in più nel 2000). L’Emilia-Romagna, grazie anche al notevole aumento di alunni (+ 28% dal 2000) ha contenuto le perdite di istituzioni scolastiche a sole 17 unità (- 3%). |