Bocciata la chiamata diretta di Pippo Frisone ScuolaOggi 17.6.2012 Giugno è tempo di scrutini ed esami, gli insegnanti danno i voti, promuovono e bocciano gli studenti dalla primaria alla secondaria. Per una strana coincidenza, la legge della regione Lombardia che prevede la chiamata diretta dei supplenti da parte delle scuole, non ha superato l’esame allo scrutinio del severo Consiglio dei professori, presieduto dal prof. Monti ed è stata bocciata. Per il governo la legge violerebbe la Costituzione e per questo motivo l’ha impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale. Un sonora bocciatura per la neo-assessora all’istruzione Valentina Aprea , ex parlamentare del Pdl ed ex presidente della commissione cultura della Camera. Una forte delusione dopo le iniziali e timide aperture che, magari in via sperimentale, lo stesso ministro Profumo aveva lasciato intravvedere . Dopo la Sanità, gli occhi del presidente Formigoni, sono già da tempo puntati sulla Scuola. Primo Obiettivo : favorire la privatizzazione, in nome della sussidiarietà e di un malinteso federalismo, condito in salsa padana ( dote, bonus agli studenti delle private…). Secondo obiettivo : mettere le mani sul personale, partendo dai supplenti, in attesa del boccone grosso sugli organici. La battaglia ora si sposta all’Alta Corte, di fronte alla quale le “innovazioni del centro-destra”, vedi vicenda code graduatorie ad esaurimento e per ultimo la forzatura sul dimensionamento, continuano a ricevere sonore bocciature. L’assessore regionale Valentina Aprea non si rassegna, promette battaglia e attacca governo e sindacati corporativi. A tessere le lodi della chiamata diretta, rimane qualche dirigente scolastico (gli unici a poter entrare nel blog riservato) di provata fede brunettiana, desideroso di potersi scegliere gli insegnanti. Dell’isolamento politico in cui continua a trovarsi la Regione Lombardia, questa volta anche nei confronti del governo centrale, gli unici che sembrano non accorgersene, rimangono Formigoni e Aprea . Qui non c’entrano né la magistratura, né i complotti politici, né il titolo V° della Costituzione. C’entra,invece, l’ostinata volontà d’una Giunta e del suo Presidente a non voler prendere atto che il mondo là fuori dal Pirellone è già cambiato e che anche la bocciatura della chiamata diretta è un altro bullone che si svita e che rende quell’impalcatura politica, sempre più indebolita, prossima al crollo. |