I tre cavalieri dal profumo apocalittico:
Taglio, Incaglio e Bavaglio.

di Pasquale Almirante AetnaNet 15.1.2012

Quando non ci fu più cosa e dove tagliare, per raccogliere legna si è segato l'albero; e quando non ci furono più scialuppe di salvataggio, si è affondata la nave, che equivale a dire: muoia Sansone con tutti i filistei; e quando la cordata fu troppo lunga e la vetta troppo distante, si è recisa la corda mandando a valle gli alpinisti più somari.

Tre metafore per dire:

a) il riordino della Gelmini approvato solo per fare cassa si è rivelato insufficiente e allora, tagliati tutti i rami, con l'ascia si va direttamente al tronco: ridurre di un anno l'istruzione superiore con la scusa sempre dell'Europa, in nome della quale si è fatto uno scempio sulla pelle della povera gente, pensionati compresi. D'altra parte si è visto concretamente che la classe insegnante è, sia in perenne lotta al suo interno, dilaniata da mille minchionerie provocate ad arte, e sia refrattaria alla mobilitazione massiccia, tanto che uno sciopero della scuola raggiunge appena il 5% di adesioni, con l'unica eccezione della ribellione contro il concorsone di Berlinguer che però, grazie a quell'unico movimento di massa, cadde. E allora viene facile facile accorciare di un anno l'istruzione e mettere sul lastrico oltre 60mila tra docenti e Ata, perchè è chiaro che, a parte qualche articolo di giornale, nessuno scenderà in piazza a protestare con forza e determinazione, come minacciano i tassisti, le lobby dei notai, avvocati, farmacisti e pure dei deputati che la sanno lunga quando è in gioco la loro busta paga. Seghiamo allora l'albero e non se ne parli più, tanto la futura classe dirigente si può formare altrove, persino in Svizzera dove si portano anche i capitali finanziari, e tanto i professori mai sobilleranno contro la pace sociale: sono così teneri!

b) come sistemare 200mila precari delle GaE, mettere a tacere 20mila abilitati defraudati dallo Stato, garantire ai laureandi un minimo di speranza lavorativa? Un nodo gordiano che Francesco MagnoProfumo con un colpo di spada ha risolto: concorso per tutti. Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è, e chi non beve con lui peste lo colga. Le lunghe attese e le speranze e i progetti e i conteggi e le graduatorie e i sogni di 200mila persone a fondo nel grande mare della disoccupazione, visto che le scialuppe di salvataggio non sono più sufficienti per mettere tutti in salvo, assicurando una cattedra. Anche il personale di bordo, sindacati e partiti che si sono stracciati le vesti al cospetto della Gelmini, si sta incaricando di disciplinare l'affondamento per evitare il panico e la perdita di voti e consensi. Solo ora si capisce che la proposta di Max Bruschi, di sparigliare le graduatorie con un concorso, non fu una battuta ma una precisa determinazione che all'epoca non era realizzabile per la scarsa credibilità del governo Berlusconi, e che oggi, dopo gli scempi perpetrati dai tecnici bocconiani governativi e applauditi da tutti, è possibile realizzare senza colpo ferire. Nel tempio di Bahal-Zaboth FrancescoSansoneProfumo, incatenato dalla finanziaria, dirocca le colonne cosicchè la costruzione, puntellata dalle vecchie colonne democristiane, travolga tutti: precari e no, abilitati e no, neolauerati e no.

c) ma ci sono pure troppi meridionali che vanno a nord a lavorare con titoli di studio che spesso, dice la vulgata, valgono meno di uno similare preso a nord; e ci sono pure scuole efficientissime che però spesso perdono il primato per colpa di docenti fannulloni, pigri, impreparati e terroni, ma anche paraculi: perchè allora non stilare le graduatorie di tutte le scuole, gratificando le migliori con maggiori finanziamenti in modo che possano scegliersi i docenti a loro più graditi e presumibilmente pure più preparati? E come si raggiunge tale obiettivo? Semplicemente togliendo il valore legale al titolo di studio che, dopo avere unificato e equiparato tutti i titoli coi rispettivi voti, acquisterebbe peso invece sulla base della scuola di provenienza, garantita da una graduatoria ad hoc stilata dall'Invalsi. Gelmini, Aprea e tutti gli esponenti del centro destra (ma anche epigoni della sinistra) su questo progetto si sono buttati a capofitto, ma hanno sempre capito che proporre la liberalizzazione del titolo di studio era un pericolo troppo forte per la loro credibilità elettorale, e allora ecco Monti e ProfumoCapoCordata. La valutazione che si vuole fare delle scuole, e quindi dei docenti, non è solo un meccanismo per umiliare e screditare i professori, per metterli alla berlina e in competizione fra loro. E' una operazione che ha come obiettivo quello di procedere alla negazione del valore legale del titolo di studio (oggi un 100/100 preso a Catania ha lo stesso valore di un 100/100 preso a Milano) in modo che prevalente sia la scuola di provenienza, cosicchè in un concorso pubblico, ma anche in una azienda, la scelta venga fatta sul timbro col nome dell'istituto che campeggia sopra l'attestato di studio e non sul voto. Concorrenze fra scuole per raggiungere il primo posto e concorrenze fra docenti per essere arruolati nella scuola con più medaglie, oscar e pure con più salario disponibile per loro.

La cordata per raggiungere la cima è troppo lunga e bisogna tagliare le pesantezze, i titoli cioè che le ultime scuole rilasciano a parità delle migliori e che dunque ultime dovranno rimanere, insieme con gli alunni soprattutto se provengono da ambienti disagiati, dalle periferie e dai paesini dell'interno. La concorrenza del resto è concorrenza e i presidi con le scuole saranno come i segugi: inseguiranno i professori migliori attratti dall'odore inconfondibile del loro sapere.

 

Pasquale Almirante
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