Così si stabilizzano 55 mila prof. A ogni scuola contingente triennale anche per fare le supplenze
La svolta nel dl Semplificazioni. Fondi di
funzionamento di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 24.1.2012 Le ultime verifiche sono previste per oggi, quando si riunirà il preconsiglio dei ministri. E il fronte più critico è quello del Tesoro, da cui si attende il via libera sull'invarianza di spesa delle norme. Se ci sarà l'ok della Ragioneria generale, per la scuola è fatta: il ministro della funzione pubblica e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha accolto in pieno le richieste su scuola, università, edilizia e convitti, avanzate dal collega Francesco Profumo, in merito al decreto legge sulla semplificazione e lo sviluppo che è atteso a Palazzo Chigi per venerdì prossimo. Alla scuola è dedicata una sezione ad hoc, che inizia con le disposizioni sull'«autonomia responsabile». Il primo capitolo è quello dell'organico funzionale, che consente in prospettiva di stabilizzare circa 55 mila unità. Il decreto soppianta le tradizionali categorie dell'organico di diritto e di fatto, per lasciare il posto a un contingente di personale assegnato alla scuola per una durata di tre anni, determinato in base alle ultime serie storiche dei fabbisogni di personale; un contingente che dovrà far fronte anche alle supplenze e che avrà il vincolo della permanenza nella scuola appunto per tre anni. In prima applicazione è definito nella misura del contingente in servizio al 2011/2012, pari a 724 mila docenti e 233 mila ausiliari, tecnici e amministrativi. L'organico comprenderà ulteriori 10 mila posti, che saranno attivati a seguito di sequenza contrattuale per supportare la flessibilità, potenziare la didattica, fare i corsi di recupero. Si tratta di riutilizzare a questo scopo anche gli spezzoni orari. Complessivamente, si stima di recuperare circa 55 mila posti stabili di organico funzionale per i soli docenti, di cui 30 mila sul sostegno. Sulle nuove cattedre dell'organico funzionale sarà possibile assumere a tempo indeterminato e comunque nell'immediato dovranno essere coperte con contratti di durata triennale. Obiettivo: dare stabilità al personale e continuità all'azione didattica. Il dl potenzia l'Invalsi, a cui assegna il compito di coordinare tutto il sistema di valutazione nazionale, con il supporto dell'agenzia per l'innovazione; assegna al ministero dell'istruzione il coordinamento dei percorsi degli istituti tecnici, professionali e di quelli regionali; sempre il dicastero potrà con decreto ridefinire gli organi di indirizzo e gestione degli Istituti tecnici superiore e prevedere un diverso peso del voto espresso dalle componenti delle fondazioni. C'è poi la riforma del finanziamento delle scuole: nasce un fondo unico, quello per il funzionamento dell'istruzione scolastica statale, su cui saranno dirottate tutte le voci di bilancio delle scuole, anche quelle oggi gestite dal ministero o dalle direzioni regionali. Ogni istituto, a inizio anno, conoscerà la propria disponibilità e potrà programmare attività didattiche e contratti. Unificando tutti i rivoli in un solo canale che porta direttamente ai singoli istituti, il ministero conta di recuperare circa 250 milioni di euro, che porterebbero il fondo a superare i 900 milioni annui. Ogni istituto potrà spendere la propria quota senza vincoli di destinazione. Non è casuale dunque che il dl parli di «autonomia responsabile». Confermata infine anche l'indiscrezione di un piano nazionale per l'edilizia scolastica, approvato dal Cipe, con l'ingresso del project financing e il riutilizzo di beni del demanio, come le carceri (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). |