C'è un
ministro che risponde. di Mila Spicola l'Unità, 13.1.2012 Durante le vacanze di Natale avevo chiesto via facebook ai ragazzi delle Rete degli Studenti delle province siciliane di segnalami i casi peggiori per l’edilizia scolastica. I primi a rispondermi sono stati gli studenti di Mazara del Vallo. Ne avevo fatto un post nel mio blog sul sito de l’Unità e poi ne avevo tweettato il link a Fabrizio Barca, ministro della Coesione Territoriale, e a MarcoRossi Doria, sottosegretario all’Istruzione. Da anni scriviamo, noi del mondo della scuola (studenti, docenti, precari o di ruolo, genitori), lettere, interpellanze, petizioni. A Tremonti, alla Gelmini, e poi di nuovo a Tremonti e poi di nuovo alla Gelmini... ma niente. In Sicilia, dove il peggio raggiunge sempre i livelli d’eccellenza, al presidente della Regione Lombardo. Appelli firmati da migliaia di persone, note o meno note. Zero.
Invece il
ministro Barca ha risposto. Nel modo più informale, chiaro, gentile
e diretto mai previsto. Il miracolo si è compiuto: annullate le distanze, abbattuti i muri peggiori, quelli del non dialogo, della distanza siderale tra chi governa, tra il palazzo e il cittadino. Sul piano dei fatti nulla si è risolto ancora, non so cosa faranno o potranno fare nel complesso, visti i tempi, ma almeno rispondono. Con cortesia e senza insulti. Non s’era mai visto negli ultimi quattro anni... Ora cosa possiamo dire al ministro? Intanto grazie per aver risposto. La pregiudiziale della diffidenza si scalfisce un pochino. E poi qualche considerazione dal “di dentro”. Sull’edilizia scolastica sicuramente sanno al Ministero che esiste una mappatura dell’edilizia scolastica in cui si stabiliscono già delle priorità e i casi peggiori redatta dalla Protezione Civile. Magari va aggiornata e, oltre a rattoppare vecchie scuole, ne vanno costruite di nuove. Negli anni passati, almeno in Sicilia, nulla è stato fatto. Hanno scaricato il barile sulla Gelmini e sui suoi tagli, o sul capestro dei patti di stabilità per nascondere inefficienze nelle amministrazioni regionali, provinciali e comunali. Specie nell’utilizzo dei fondi strutturali europei e nel programmare una scala delle priorità, appunto. Immagino che tutte queste cose le sappia già il ministro Barca. Quello che non sapevamo noi era la sua disponibilità all’ascolto e anche alla risposta. Adesso però, e anche questo sappiamo entrambi, ci vuole altro. Oltre il dire o il rispondere, occorre subito il fare, insieme al controllare e al verificare. A Palermo, ad esempio, la scuola “Giacomo Serpotta” non ha riaperto i battenti dopo le vacanze, causa danni per il maltempo. Il Comune di Palermo si trincera dietro al solito adagio «non ci sono soldi». Ci verrebbe da auspicare anche per Palermo un governo “tecnico”, se non patissimo i guasti di un governo inutilmente “tecnico” alla Regione. E allora dico che non sono gli aggettivi “tecnico” o “politico” a fare le differenze, ma le persone e le volontà. Comunque l’emergenza è questa: un piano intero della scuola è chiuso, con relativi bimbi lasciati a casa. A proposito di priorità, caro ministro Le chiedo: è possibile che una scuola possa chiudere e lasciare gli studenti a casa? |