IL CASO

Un milione di euro ai professori
il giudice risarcisce la precarietà

Il ministero ancora condannato, indennizzo per 42 docenti. Non è stata
accordata la stabilizzazione, ma arriva il riconoscimento per il danno subìto

Ilaria Venturi la Repubblica di Bologna, 13.1.2012

Risarcimento "monstre" per i precari bolognesi della scuola: un milione di euro. E' Gilda, l'associazione degli insegnanti, a dare l'annuncio. La class action contro il Ministero, che ha portato più sindacati a presentare una valanga di ricorsi a livello nazionale, comincia ad arrivare a sentenza anche a Bologna. Giudizi favorevoli per gli insegnanti che ancora non hanno un posto di ruolo e che al giudice del Lavoro hanno chiesto la "stabilizzazione". Questa non è stata accordata. Ma il danno subito per non essere stati assunti è stato invece riconosciuto (ex lege 183/2010) e quantificato in una penale che pesa come gli stipendi di un anno di lavoro, in alcuni casi sino a 15 mensilità. Soldi che il Ministero, se non ricorrerà in appello, dovrà sborsare.

La sentenza di primo grado arrivata ieri riguarda i ricorsi presentati nel 2008 da 42 insegnanti precari bolognesi iscritti alla Gilda e seguiti dal legale Claudio Moscati. A loro è stato riconosciuto, per ora, un milione in tutto di risarcimento, oltre ventimila euro lordi a testa. Ma Gilda, l'anno scorso, ha presentato anche altri 206 ricorsi: per 65 di questi sono già arrivate due sentenze favorevoli prima di Natale, con un riconoscimento ancora più alto (15 mensilità, 1,7 milioni in tutto). A fine mese dovrebbero poi arrivare i giudizi per un altro centinaio di precari bolognesi che hanno presentato ricorso con la FlcCgil.

"Restiamo in attesa delle motivazioni della sentenza, ma siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto a livello locale, siamo i primi a vincere la battaglia per i precari storici", commenta Giovanni Cadoni, coordinatore provinciale della Gilda degli insegnanti. E' lui a fare il conto del maxi risarcimento per ora portato a casa con il pronunciamento dei giudici bolognesi di ieri e quello di dicembre, calcolando uno stipendio lordo di circa 1.800 euro al mese. "Sono stati riconosciuti anche i soldi non corrisposti nei mesi estivi, visto che i supplenti vengono licenziati a giugno e riassunti a settembre". Si tratta di vite precarie, insegnanti che non arrivano a mille euro netti al mese se la supplenza non è piena, ovvero di diciotto ore a settimana alle superiori, costretti a vivere appesi a un filo ogni anno. Il sogno di una cattedra per la vita li insegue da dieci anni e più e mai sembra avverarsi, anche se dall'anno scorso c'è stata un'inversione di tendenza e sono state fatte molte immissioni in ruolo anche a Bologna.

Prima di queste, i precari della scuola bolognese rappresentavano almeno un quarto del corpo docente, con punte in alcune scuole sino al 30 per cento: un esercito di duemila e cinquecento maestri e professori. "Le immissioni in ruolo decise l'anno scorso sono stato l'effetto proprio di queste sentenze", spiega Sandra Soster, segretaria provinciale della Flc - Cgil. "L'assurdo è aver considerato il precariato nella scuola come ineluttabile. Ora basta, occorre stabilizzare il personale precario. Tra l'altro costa di più un precario che un insegnante di prima nomina messo in ruolo".