BOCCIATURA

Ripetere l'anno fa imparare la lezione?

Gianni Mereghetti il Sussidiario 1.1.2012

Uno studio pubblicato sul British Educational Research Journal dai ricercatori dell'Università di Sydney (Australia) sentenzia che ripetere l'anno non aiuti i ragazzi a ''imparare la lezione'', per cui bisognerebbe pensare ad altre modalità di scansione del percorso scolastico che sostituiscano la bocciature con forme "educative più mirate". E' vero che la bocciatura non sia una strategia vincente, anche se non in tutti i casi valga quello che lo studio svolto in Australia ha dimostrato. Infatti vi sono numerose esperienze che dimostrano il contrario, ragazzi e ragazze che di fronte alla bocciatura hanno trovato nuove energie per risalire la china e realizzare se stessi.

La ricerca australiana è difettosa in questo, da una parte evidenzia un fattore che è ovvio, ossia che escludere uno studente da un percorso sia negativo, dall'altra però sarebbe stato interessante chiedersi perchè vi siano studenti bocciati che al posto di mettersi in un angolo della nuova classe e vivere in disparte la scuola l'abbiano affrontata con una passione nuova, arrivando a risultati che prima nemmeno immaginavano. Questo è il problema, non perchè uno studente rifiutato decada lentamente e inesorabilmente! Ce lo aveva già detto don Milani, è la mancanza di amore che come è all'origine di una bocciatura così è il fattore che demotiva e impedisce che uno studente ritrovi se stesso. Sarebbe invece importante chiedersi perchè degli studenti che la scuola perde o rifiuta si ritrovano, e lo sarebbe perchè questo è il problema di ogni giorno, la conoscenza ha sempre un'origine affettiva. Senza amore non c'è conoscenza. Per questo il problema dei ragazzi e delle ragazze che la scuola boccia è il problema di che cosa vi stia all'origine di ogni rapporto scolastico, se vi siano le pure regole della scuola o lo sguardo d'amore di un insegnante verso i suoi studenti, uno ad uno. E' infatti l'incontro con uno sguardo di amore che recupera allo studio anche gli studenti che si pensano irrecuperabili, come dimostrano tante esperienze che poggiano su adulti che danno la vita per il bene dei loro studenti.

Detto questo, e quindi che la bocciatura può essere negativa ma anche positiva, dipende da come viene affrontata, bisogna riconoscere che sarebbe tempo di eliminarla dalla vita della scuola. Sarebbe interessante introdurre nuove forme di recupero degli studenti in difficoltà, forme di percorso che non li allontanino dalla classe con cui hanno iniziato la loro avventura scolastica, ma che con percorsi mirati permettano loro di "rimettersi in pista" come dice la ricerca svolta in Australia.