Alcune osservazioni e considerazioni
in riferimento al reclutamento di cui all’articolo “Passaggi troppo stretti”
(Stefano Stefanel – 10.1.2011).

Vincenzo Pascuzzi, 12.1.2012

1) Il “paese normale” e le resistenze al concorso preannunciato da ministro Profumo. La non-normalità del paese va anche ascritta ai governi succedutisi e ai vari ministri dell’Istruzione e dell’Economia. Infatti sono stati i governi e i ministri a non indire concorsi per una dozzina di anni. Profumo ha preannunciato un concorso maxi, o monstre, per 200.000 e più concorrenti (!) potenziali, senza indicare modalità, tempi, relazioni dei vincitori con i precari storici nelle gae. Normali e fisiologiche perciò le perplessità e le resistenze dei precari e degli aspiranti docenti.

2) Se governi e ministri non hanno indetto concorsi per così tanto tempo, avranno pur avuto le loro ragioni e le loro convenienze magari solo estemporanee. Fra queste sicuramente quella economica. Utilizzare personale precario, invece che a tempo indeterminato, comporta un risparmio di circa 8.000 euro all’anno per ogni docente con in più i vantaggi della flessibilità! Con i concorsi, molti dei “240.000 precari che pretendono (?!) il posto di ruolo” già sarebbero, e da tempo, a tempo inderminato. E forse alcuni degli “emeriti incapaci” – che pure ci sono, ma in percentuale non superiore a quella di altre categorie e professioni (presidi e ministri inclusi) - avrebbero rinunciato!

3) Sembra ingeneroso e improprio richiamarsi all’”emergenza sociale”. In ambito scolastico, quest’emergenza è stata sicuramente aggravata, se non proprio causata, dal governo Berlusconi e dai suoi ministri Tremonti e Gelmini con due iniziative precise: 1ª) l’insabbiamento del programma triennale di assunzioni di 150.000 precari (Prodi-Fioroni); e 2ª) la politica – sedicente virtuosa e razionale – dei tagli del personale (150.000 unità e 8 mld) e dell’affollamento delle classi, oltre il buon senso didattico e contro le norme di sicurezza.

4) Docenti inseriti nei percorsi di Tfa. Tfa doveva essere un espediente dilatorio e illusorio a tutto vantaggio delle Università, una specie di corsia di sorpasso veloce per i neolaureati. Può essere considerato un ossimoro all’80%: solo 12 cfu (su 60) sono di effettivo praticantato il resto è teoria.

5) “Scollegamento tra il merito e il reclutamento”. Questione soggettiva e opinabile, limitata eventualmente a pochi casi, statisticamente irrilevante, non dimostrata, usata a mo’ di deterrente generico per intimorire e giustificarsi.

6) Abolizione del valore legale dei titoli e gestione locale, o territoriale, dei concorsi e del reclutamento. Questioni su cui si può discutere e confrontarsi ma che non sono prioritarie e oltrepassano l’orizzonte temporale del governo attuale.

 

Vincenzo Pascuzzi
 

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Passaggi troppo stretti. S. Stefanel ScuolaOggi 10.1.2012