IL CASO. Al “Lampertico” esplode il problema delle connessioni vietate

Le scuole senza internet
Il wi-fi resta tabù «Troppi rischi»

Alcuni studenti chiedono di poter essere collegati
La preside Anoardi è irremovibile: «C'è sempre chi tenta
di entrare in siti internet non consentiti»

Anna Madron, Il Giornale di Vicenza 29.1.2012

La sede del professionale Lampertico, in zona Stadio. ARCHIVIO Vicenza. Voglia di navigare. Con il cellulare sotto il banco, durante la ricreazione, al cambio dell'ora. Peccato che la mancata copertura wi-fi nelle scuole impedisca la libera connessione a internet. Impossibile, insomma, per assenza di collegamento o perché l'accesso è criptato, usare il telefonino per dare una sbirciatina a Facebook, cercare la soluzione al problema di matematica o, per i più diligenti, ampliare gli argomenti di storia e letteratura. A sollevare la questione sono alcuni studenti del professionale “Lampertico” che in una lettera inviata agli organi di informazione fanno presente come la rete wi-fi sia «indispensabile» in una scuola che si è convertita alle nuove tecnologie. «Potersi collegare a internet sarebbe molto utile, soprattutto durante le lezioni, quando c'è l'esigenza di approfondire argomenti che nei libri non sempre vengono trattati in maniera soddisfacente. Sappiamo che alcuni istituti della provincia possiedono il wi-fi, perché anche il nostro non può averlo?», scrivono i ragazzi che a scuola hanno portato le loro ragioni, cercando di fare breccia sulla preside. Inutilmente. Perché le motivazioni che spingono per il no sono più forti e soprattutto condivise sia dalla dirigente del Lampertico, Lina Anoardi, che dagli insegnanti che in classe più di qualche volta si sono visti costretti a sequestrare telefonini “abusivi” utilizzati in modo improprio durante le ore di lezione. «Quello a internet non è sempre un accesso consapevole da parte dei giovani. A scuola abbiamo ragionato e siamo arrivati alla conclusione che almeno per il momento non è il caso di installare la copertura wi-fi, perché si aprirebbero problemi enormi legati ad un uso non disciplinato della rete, oltre che di controllo e sorveglianza», spiega Anoardi, che sottolinea che «navigare è possibile, ma solo utilizzando una password, durante le ore di laboratorio, esclusivamente per fini didattici e dietro il controllo dell'insegnante che è sempre responsabile di quello che accade in classe». Diversamente il rischio che la situazione sfugga di mano sarebbe altissimo. «Già così dobbiamo tenere gli occhi bene aperti - continua la dirigente - perché c'è sempre chi tenta di entrare in siti non consentiti, dai contenuti che non hanno nulla di scolastico. Sono episodi che accadono soprattutto i primi mesi dell'anno, quando i ragazzi non hanno ancora messo a fuoco che ci sono regole da rispettare, come quella di non telefonare o giocherellare con il cellulare. Se scopriamo che qualcuno lo fa, sequestriamo il telefono e lo teniamo nella cassaforte della scuola fino a che non vengono i genitori a ritirarlo. Di casi così ce ne sono stati in tutto una ventina da quando è iniziata la scuola». Sarà anche per questo che sulla questione wi-fi la Provincia va con i piedi di piombo. «Personalmente non sono favorevole, internet a scuola va usato per motivi di studio e non per altro», interviene l'assessore all'edilizia scolastica Nereo Galvanin che spiega come le scuole possano decidere in autonomia se dotarsi o meno della copertura wireless, i cui costi sono totalmente a carico dell'istituto. All'Amministrazione provinciale spetta invece la spesa per il telefono, «tasto dolente - conclude l'assessore - perché se una volta le linee telefoniche venivano usate solo dalle segreterie e per fini scolastici, oggi con l'avvento di internet l'utilizzo è fuori controllo».