Pensioni scuola,
un emendamento milleproroghe ritirato.
Altri resistono. Forse.

di Giovanni Sicali AetnaNet 21.1.2012

Due novità che riguardano anche i lavoratori della conoscenza (LdC)

1. L'emendamento al Milleproroghe dei relatori riguardanti le pensioni del personale scolastico e' stato ritirato durante l'esame del provvedimento da parte delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. L'emendamento di Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl) prevedeva che valessero le vecchie regole previdenziali per il personale scolastico fino al ad agosto 2012.
 

2. I PRECOCI. Grazie a questa soluzione è possibile apportare dei correttivi alla recente riforma previdenziale, promossa dalla manovra Monti-Fornero.

Giovanni Sicali
 

L'emendamento consente ai lavoratori cosiddetti «precoci», quelli cioè che hanno cominciato a lavorare prima dei vent'anni, di andare in pensione con 42 anni di versamenti (trattamento anticipato) e meno di 62 anni (senza incorrere in penalizzazioni). Questa possibilità è garantita fino al 2017.

Il bicchiere mezzo pieno è che al primo esame in Commissione Affari costituzionale e bilancio della Camera il decreto milleproroghe nella parte che riguarda la riforma delle pensioni non è stato stravolto. Rimane in buona sostanza la riforma, corposa, messa in piedi dal ministro del Welfare Elsa Fornero nella manovra di fine anno. Un bicchiere mezzo pieno con l'incognita dell'esame dell'Aula di Montecitorio e, poi, del Senato.

Il bicchiere mezzo vuoto sono invece le modifiche apportate. O meglio gli effetti di medio-lungo periodo che le modifiche potrebbero avere sulla copertura e la sosteniilità per il sistema. La salvaguardia dei lavoratori precoci, che usciranno con penalizzazioni solo dopo il 2017 (è stata eliminata una situazione abnorme nei confronti dei lavoratori interessati), e degli esodati (continueranno ad applicarsi loro le vecchie norme) sarà coperta con l'aumento delle aliquote dei lavoratori autonomi. Aumento progressivo che arriverà allo 0,15% nel 2015 e 2016. Non sbaglia il ministro Fornero quando ritiene che la copertura non può essere solo a carico degli autonomi ma dovrebbe interessare la fiscalità generale. È un principio non derogabile: non può essere solo una categoria a pagare. Chi ha di più deve contribuire per chi ha meno.

La "speranza" è l'ultima a morire... Non è possibile però vivere sotto una spada di Damocle. Va tutto di traverso, compreso il nostro futuro prossimo.
 

Esodi e precoci, paga l'autonomo

Marco Rogari, Sole 24 Ore, 21 gennaio 2012

Un ulteriore micro-aumento progressivo delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi, pari ad altri 0,15 punti percentuali a regime nel 2016, per garantire le risorse necessarie per il salvagente previdenziale ai lavoratori «esodati» e, fino al 2017, anche ai «precoci». Con tanto di clausola di salvaguardia: se, una volta definita la platea dei beneficiari, le risorse dovessero rivelarsi insufficienti, si potrebbe fare leva su un aumento dei contributi a carico delle imprese per gli ammortizzatori sociali. Con questo risultato, in gran parte non gradito al ministro Elsa Fornero, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera si è chiusa, ma solo apparentemente e non senza tensioni tra i ministeri del Lavoro e del Tesoro e nei partiti che sostengono il Governo, l'estenuante partita sulla copertura ai correttivi pensionistici al milleproroghe.

Il decreto ieri ha ricevuto l'ok, in sede referente, delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera e da lunedì sarà all'esame dell'Aula. E proprio in Aula a Montecitorio, o al più tardi nel passaggio del testo al Senato, la partita è destinata a riaprirsi visto che Fornero si è detta apertamente contraria a un nuovo aumento delle aliquote sugli autonomi, contenuto in un emendamento riformulato dai relatori con l'assenso del Tesoro. E anche il Pdl, prima con Giuliano Cazzola («la riforma Fornero è la giusta direzione») e poi con i vertici del gruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto e Massimo Corsaro, chiedono di trovare una copertura diversa: «basta colpire gli autonomi». Soddisfazione invece per la soluzione trovata è stata espressa dal Pd con Cesare Damiano.

La contrarietà manifestata, fin dalla tarda serata di giovedì, dal ministro Fornero non riguarda l'obiettivo di salvaguardare casi specifici di lavoratori cosiddetti «esodati» e anche precoci ma la lo strumento di finanziamento individuato. Secondo Fornero, e i tecnici del Lavoro, la copertura va individuata con misure di fiscalità generale facendo in modo che chi ha di più contribuisca in favore di chi ha meno.

Ecco allora che in Aula alla Camera o al Senato potrebbe rispuntare un aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. Un'opzione che era stata accantonata nella tarda serata di giovedì quando ha cominciato a prendere corpo la versione riformulata dell'emendamento dei relatori, Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl) in cui è stato inserito il nuovo aumento progressivo dell'aliquota contributiva su artigiani, commercianti e coltivatori diretti a partire dal 2013: si parte con un +0,01 a cui nel 2014 si aggiunge un altro +0,04%, che lievita di un ulteriore 0,05% sia nel 2015 che nel 2016 «fino a conseguire un incremento complessivo di 0,15 punti percentuali». (...)