Fioroni: Profumo può "liberalizzare" intervista di Paolo Nessi a Giuseppe Fioroni il Sussidiario 13.1.2012
Neanche la scuola potrà dirsi impermeabile all’ondata liberalizzante
che, nelle intenzioni del governo, interesserà pressoché ogni
settore della vita pubblica ed economica del nostro Paese. A breve -
l’auspicio è entro fine gennaio - sarà emanato un decreto con un
pacchetto di importanti liberalizzazioni. Secondo il ministro
dell’Istruzione Francesco Profumo dovrà contenere alcuni
provvedimenti, relativi alla sua definizione di priorità: ovvero,
edilizia scolastica, autonomia e turn over. Abbiamo chiesto all’ex
ministro Fioroni se è d’accordo con il suo successore.
Anzitutto, devo fare una premessa.
Credo che lo stile di sobrietà del presidente Monti dovrebbe essere
contagioso. E si è sobri quando si riesce a resistere alla
tentazione degli annunci.
Il mondo della scuola ha già subito negli anni di governo del
centrodestra degli attacchi tali per cui non ci si può permettere di
fare degli annunci prima di aver verificato con certezza, assieme ai
soggetti coinvolti, che quanto si va affermando sia fattibile. Si
deve resistere alla tentazione, cioè, di riempiere i giornali per
concentrarsi sull’individuare strategie condivise dal sistema
dell’istruzione.
Effettivamente è l’emergenza del nostro Paese. Non a caso durante il
governo Prodi fu lanciato il patto per la sicurezza dei nostri figli
che prevedeva il cofinanziamento di Stato, Comune e Regioni e che
attivò più di un miliardo di interventi sull’edilizia scolastica.
E’ un’illusione pensare che si possano attivare dei percorsi
virtuosi affidandosi esclusivamente al project financing; deve
essere, prima di tutto, lo Stato a metterci dei soldi, predisponendo
le condizioni affinché si attirino ulteriori risorse, pubbliche e
private.
Si rischierebbe in una parte del Paese di far arricchire i soliti
noti con una nuova speculazione edilizia.
Credo che, per principio, non sia elegante affermare che esista
un’autonomia non responsabile. Le scuole italiane hanno esercitato
la propria autonomia con grande senso di responsabilità.
La responsabilità di cui si parla è spesso mancata in chi ha
governato in sede nazionale e regionale. Non si può parlare di
autonomia quando ad essa manca la responsabilità delle gestione
delle risorse finanziarie e umane. Non è sufficiente trasferire alle
scuole, per i compiti ordinari, risorse modeste destinate in maniera
già insufficiente ad altre finalità. In questo modo, più che
potenziare la responsabilità e l'autonomia si rischia di renderla
vittima di una furbizia centralizzata.
Certo, per questo occorre dar vita ad una nuova forma di
reclutamento, perché la scuola italiani si normalizzi, assumendo, in
tal senso, i connotati di qualunque altra pubblica amministrazione.
Sulla base dei posti disponibili si fa un concorso. Chi vince entra,
chi non vince o fa un altro mestiere, o prova un altro concorso. Ma
finiamola con il dar vita a nuove graduatorie. Si ha il dovere di
calcolare con precisione il fabbisogno e bandire i concorsi in modo
da esaurire le graduatorie permanenti e consentire i nuovi accessi.
Per questo occorre redigere il regolamento per il nuovo reclutamento
e far partire subito il Tirocinio formativo attivo (Tfa).
Un decreto a costo zero sortirà scarsi risultati. I cambiamenti
senza risorse, a carico della scuola, non si possono fare. Spero che
il ministro trovi, quindi, le risorse aggiuntive.
Oltre a quelle succitate, aggiungo la valutazione. Non possiamo
essere l’unico Paese occidentale che affidi agli ispettori che
dipendono direttamente dal ministro e dal capo dipartimento, quindi
dagli organi politici, la valutazione dei dirigenti scolastici e
delle scuole. Fare il ministro della Scuola richiede, più di ogni altra funzione governativa, un’assunzione di responsabilità. E’ necessario dimostrare ai nostri giovani che non è sufficiente parlare, ma occorre manifestare coerenza tra ciò in cui si professa di credere e il proprio modo di agire. Da questo punto di vista, fare il ministro che nomina gli organismi del Cnr, che fornisce gli indirizzi e le risorse e che vigila su esse, ed essere contemporaneamente il presidente del Cnr, confligge altamente con l’operatività dei delle due istituzioni. Altri ministri possono permetterselo, quello della scuola no. Profumo è persona intelligente, di cui ho stima. Credo che se ne renda conto da sé, non è né opportuno né sufficiente delegare i propri "vice" al Ministero e al Cnr. |