Incremento demografico
al Centro-Nord e decremento nel Mezzogiorno. Effetti sulla scuola?

 Tuttoscuola, 31.1.2012

L’Istat nei giorni scorsi ha reso noto che la popolazione totale stimata a fine 2011 è pari a 60 milioni 851 mila unità. Gli stranieri residenti (4 milioni 859 mila) rappresentano l'8% della popolazione totale. Rispetto al 1° gennaio 2011 si riscontra un incremento di 289 mila unità. La popolazione di cittadinanza italiana scende sotto i 56 milioni, con una perdita netta di 65 mila unità.

Quella rilevazione dell’Istat è la fotografia della situazione demografica italiana, che se confrontata con una precedente foto consente di registrare le dinamiche demografiche nel tempo e sul territorio, facendo emergere un’altra situazione interessante che Tuttoscuola da tempo sottolinea per i riflessi che essa ha sul sistema di istruzione.

Abbiamo messo a confronto la situazione demografica del 2001 con quella del 2010, utilizzando gli ultimi dati ufficiali dell’Istat (www.demo.it). Anziché riferirci all’intera popolazione, abbiamo rilevato i dati dei bambini tra zero e dieci anni di età, cioè le leve più giovani del sistema scolastico.

Questa quota giovane di popolazione scolastica nelle regioni meridionali nel 2001 era di 1.681.754 unità; nel 2010 è stata di 1.538.909 con un calo netto di 142.845 unità (-8,5%). Nelle Isole erano 755.950 nel 2001; sono stati 703.003 nel 2010 con un calo di 52.947 unità (-7%).

Mentre nel Mezzogiorno, in modo costante, si registrava un calo considerevole di bambini, al Centro-Nord avveniva il contrario: 169.724 (+16,6%) al Centro, 180.562 (+20,1%) al Nord Est e 239.056 (+17,4%) al Nord Ovest.

Quasi 200 mila bambini in meno nel Mezzogiorno e quasi 600 mila in più nel Centro Nord, con un gap in termini assoluti di 800 mila unità.

Questi due andamenti opposti di decremento e incremento demografico che da anni dividono in due l’Italia, riguarda anche fasce di età maggiori, interessate tutte alla frequenza di percorsi scolastici.

La domanda che sorge spontanea è questa: classi e organico di personale sono diminuiti o aumentati in proporzione? Sicuramente no, come Tuttoscuola ha più volte documentato.

Nell’azione di “oliatura” del sistema che Profumo si è prefisso di curare potrebbe starci anche questa operazione di verifica e riequilibrio tra i territori in una logica di trasparenza ed equità.