«Valorizza» parti uguali tra disuguali

 di Giuseppe Caliceti il manifesto, 14.1.2012

Ci risiamo con le prove Invalsi e le Sperimentazioni sulla qualità. Ci si affida di nuovo, per giudicare l'efficienza del sistema scolastico, a criteri docimologici che escludono i ragazzi più deboli e fragili. E sono comunque parziali. Invece le prove Invalsi continuano. Sono calate dall'alto, sono discriminanti, fanno "parti uguali fra disuguali", come scriveva don Milani.

A che servono le valutazioni scolastiche? A valutare i ragazzi? No, i docenti e le scuole. Le valutazioni servono solo per tagliare. Per dare sempre di meno a chi ha di meno. A umiliare. Si vuole sempre più accanitamente una scuola pubblica con funzioni di mero assistenzialismo sociale. I docenti sono sempre meno docenti e sempre più babysitter e/o assistenti sociali. E sono come al solito capri espiatori ideali.

Sperimentazione del progetto "Valorizza", fortemente voluto dal ministro Gelmini e ripreso dall'attuale ministro Profumo. Siamo alle solite. Coinvolte trentatre scuole italiane, collocate in Piemonte, Lombardia e Campania, che "volontariamente" si sono impegnate in un percorso di valutazione interna (condotta da un nucleo formato dal dirigente scolastico e due docenti scelti dal collegio), per scegliere i colleghi considerati migliori. Secondo il giudizio espresso da chi? Dai genitori, dagli studenti, nelle scuole superiori, dai colleghi, dal preside.

È la fiera della vanità e dei leccaculo, che esistono anche a scuola. Ai colleghi "bravi per sentito dire" è stata elargita una quattordicesima. Anche le prove Invalsi ormai vengono somministrate per individuare le scuole più carenti e per accertarsi del livello di competenza degli insegnanti che vi operano. Per penalizzare chi è più in difficoltà, non per aiutare.

Per chi avesse ancora dei dubbi in merito, ricordiamo la lettera di intenti del Governo all'Unione europea del 26 novembre scorso dove si legge: «L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove Invalsi), definendo per l'anno scolastico 2012-2013 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti». Nella valutazione degli insegnanti del progetto "Valorizza" non c'è nulla o quasi di oggettivo. Siamo a un approccio "reputazionale" della professionalità docente. Chi parla male di chi. Chi parla bene di chi. E allora perché parlar male di amici? Meglio parlare bene, che ci si guadagna tutti e si evitano problemi, che già nella scuola di oggi ce ne sono tanti.

Ridicolo. Triste. Discriminante.