La rivoluzione comincia dai banchi di scuola

Perché uno studente (ma anche un docente) dovrebbe preferire un textbook?

Riccardo Luna la Repubblica, 21.1.2012

"Il futuro è cambiato. Un´altra volta". In una delle ultime spettacolari presentazioni di Steve Jobs, questo messaggio rendeva bene l´idea della continua innovazione che i suoi prodotti stavano portando sul mercato. Quella frase sarebbe stata adatta anche a quanto accaduto qualche giorno fa all´ultimo evento Apple, al Guggenheim Museum di New York. Un evento la cui portata potrebbe rivelarsi non inferiore ai lanci di iPhone e iPad. Eppure Apple non ha presentato un nuovo gadget elettronico ma solo una nuova applicazione per iPad (iBooks 2) e una nuove serie di prodotti: i textbooks. Sono i libri di testo per la scuola e sono quello che fra qualche mese tutti gli studenti vorranno avere nello zaino al posto dei classici libri di carta. Parliamo di un mercato che è stato valutato dieci miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, ma soprattutto parliamo del futuro dei nostri figli. Di come avere dei giovani più preparati. Come farli studiare meglio.

Perché uno studente (ma anche un docente) dovrebbe preferire un textbook? Per molti motivi: perché sono digitali (e quindi nel tuo iPad ne carichi quanti te ne servono senza pesi aggiuntivi); sono sempre aggiornati online; sono interattivi (per esempio con quiz e test); hanno contenuti multimediali. Infine costano meno di 15 dollari, al massimo (e molti osservatori sono convinti che sia un prezzo destinato a scendere presto). Come già accaduto in passato per iniziative simili, Apple si è già presentata forte della partnership con grandi editori (Pearson, McGraw Hill, Houghton Mifflin Harcourt, che assieme coprono il 90 per cento del mercato americano). E con un primo libro in demo gratuita oggettivamente straordinario Life on Earth di E. O. Wilson. Chiariamo. Apple non ha inventato i libri digitali (come non ha inventato gli smartphone e i tablet) e nemmeno ha inventato i libri di testo digitali. A questo proposito in Italia è in corso un bell´esperimento da parte di Garamond, il primo editore a scommettere tutto sull´editoria digitale; mentre dal liceo scientifico Lussana di Bergamo è partita una sperimentazione per cambiare anche la didattica assieme ai tablet. Apple quindi non ha inventato nulla ma come al solito può dare la spinta decisiva. Tra qualche mese diremo: la scuola è cambiata, stavolta davvero.