A "che tempo che fa"
Cancellieri frena sullo «ius soli»
Il ministro Cancellieri: «Immigrati cittadini?
Non solo per nascita, servono condizioni» Il Corriere della Sera, 29.1.2012 MILANO - Il diritto di cittadinanza è fondamentale ma non può essere concesso a chiunque. Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri lo sottolinea esplicitamente intervenendo su Rai3 alla trasmissione Che tempo che fa. «Lo ius soli (il diritto alla cittadinanza per nascita in un dato luogo, ndr) semplice avrebbe l'effetto di far nascere in Italia bambini da tutto il mondo». La cittadinanza, invece, dovrebbe «derivare da un insieme di fattori: se un bambino è nato in Italia, i genitori sono stabilmente in Italia e magari ha già fatto parte degli studi qua ed è inserito, allora credo sia giusto». Quindi, cittadinanza a figli di immigrati sì, ma non automaticamente e non a stranieri solo in transito. TITOLO DI STUDIO - Invece il ministro assicura di essere «assolutamente favorevole» all'abolizione del valore legale del titolo di studio, ma «a due condizioni: chiedo una valutazione seria delle università e pari opportunità perché tutti possano accedere alle università più prestigiose, per esempio con borse di studio». Il discorso base di Cancellieri è quello del merito: «Se premiamo il merito diamo speranze ai giovani delle proprie forze. Il merito è la strada che li porterà alla loro realizzazione». LE CARCERI - Sempre nel corso della trasmissione il ministro ha parlato anche della situazione delle carceri («L'amnistia la vedo come un atto di clemenza, se deve essere solo uno svuotamento delle carceri come cittadina mi ribello»), sottolineando che le drammatiche condizioni dei detenuti sono anche un problema sociale: «Mi domando come stando dentro non si possa uscire peggiorati». FORCONI E NO TAV - L'ultimo sguardo di Cancellieri va alle manifestazioni e agli scioperi che hanno paralizzato per qualche giorno l'Italia: al momento «non ci sono preoccupazioni rispetto a un'eversione terroristica» ma c'è comunque il «timore che qualche cane sciolto possa inserirsi», ha spiegato. «Io ho grande stima di Ivan Lobello (presidente di Confindustria Sicilia, ndr), e se dice che c'è il rischio di infiltrazioni mafiose nel movimento dei Forconi il suo allarme è fondato su dati». Quanto ai no Tav, «Nessuno ha criminalizzato il movimento ma non si possono consentire, anche alla manifestazione più sana, violenze di quel genere. Finora c'è stato tanto dialogo, non so se ci sarà ancora spazio. Se sì, sarà percorso fino in fondo, ma un Paese deve anche fare scelte». |