L'intervento

Ridurre i licei

 Pasquale Almirante La Sicilia, 15.1.2012

Sarebbero oltre 40 mila i posti che salterebbero se la proposta del sottosegretario al Miur, Marco Rossi Doria, venisse accolta e cioè quella di ridurre di un anno il percorso scolastico. Il taglio dovrebbe riguardare l'istruzione secondaria di secondo grado che da cinque anni passerebbe a 4, in linea con la riforma dell'allora ministro Luigi Berlinguer che però aveva individuato nella media la riduzione, benchè nelle sue intenzioni doveva essere una scuola propedeutica al biennio comune dal quale si sarebbe ripartita la specializzazione triennale per ciascun liceo, dal classico al tecnologico. A 17 anni dunque, secondo Rossi Doria, i ragazzi concluderebbero la loro avventura scolastica, ma la concluderebbero pure tanti insegnanti, precari e no, che si vedrebbero senza lavoro, già falcidiato dal riordino epocale degli ex ministri Gelmini e Tremonti, ma che farebbero risparmiare allo Stato ben oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro, a parte quelli già tolti alla scuola. Si potrebbe tuttavia sempre sostenere che l'interesse della istruzione è rivolto all'utenza e non già al personale, per cui se la proposta ha risvolti migliorativi perchè non attuarla?

Perchè, sostengono i sindacati, è un ulteriore passo verso gli abbandoni e la disoccupazione giovanile (che farebbero un anno in più a casa?), e anche perchè i ragazzi si troverebbero con un anno in meno di approfondimento culturale, mentre le università, e l'improbabile mondo del lavoro, accoglierebbero minorenni non del tutto svezzati. Eppure, sostiene il sottosegretario, nei paesi civili del mondo il percorso scolastico dura 12 anni e non 13, mentre di contro propone di salire l'età dell'obbligo che, ridotto dalla Gelmini da 16 a 15 anni di età, si porterebbe a 17, praticamente ogni ragazzo non sarebbe obbligato solo ad accedere all'università. Il ministro Profumo non si sarebbe espresso perchè per lui ciò che conta è oliare il sistema non già modificarlo, mentre la riduzione di un anno ha diviso il Pd forse perchè i suoi dirigenti hanno avvertito, a seconda della sensibilità, il doppio fumus: da un lato quello del vecchio ministro e dall'altro quello guerrigliero dei precari che sono già abbastanza, e a ragione, incarogniti. L'impressione complessiva che si coglie, anche di fronte a proposte simili, è quella dello sbandamento, della mancanza di omogeneità di vedute per riportare la nostra scuola ai suoi antichi onori, come del resto sta accadendo anche con l'economia e il commercio. Si naviga a vista e ogni scoglio sembra un'isola, mentre la rotta per formare insegnanti-scienziati e aggiornare i vecchi non pare affatto segnata tra le carte nautiche del Miur.