Dieci domande per il ministro Profumo

Antonio Rossi La Tecnica della Scuola, 18.1.2012

Dieci Domande (Lettera aperta) al Sig. Ministro dell’Istruzione da parte di un Docente che sta perdendo la speranza che la Scuola Pubblica possa tornare a funzionare in modo corretto e che si sente orrendamente vessato!


Buon giorno (anche se è un eufemismo)

Sig. Ministro Sono Antonio Rossi, un docente precario di scuola media superiore, che è rimasto esterrefatto dalla lettura della Sua intervista pubblicata sul Messaggero del 15 Gennaio 2012 e riportata dalla Tecnica della Scuola il giorno successivo. Che delusione Sig. Ministro, mi sono ancora una volta illuso che un cambio di direzione al Ministero a cui tengo di più, potesse portare dei segnali positivi per la Scuola Pubblica Italiana e invece a quanto pare niente!

Ogni volta è sempre la solita storia, si fanno mille proclami poi all’atto delle cose concrete si leggono delle cose aberranti È possibile vivere in un Paese che prima ti chiede mille sacrifici (un esempio su tutti, la tassazione più alta d’Europa contro i servizi offerti che sono da fanalino di coda dell’intero continente, avete il vezzo di paragonare le nostre tasse a quelle dei Paesi Scandinavi, ma avete mai avuto l’onesta morale di confrontare i servizi che Svezia e Norvegia erogano ai propri cittadini?) e poi, alla prima (e non solo) occasione si rimangia tutte le mille promesse fatte rendendo inutili tantissime privazioni che un “povero” docente ha fatto durante la sua carriera nell’ottica di raggiungere il tanto agognato ruolo? Ma non voglio divagare, per cui torno all’argomento della Sua intervista, “I nuovi concorsi per diventare insegnanti sono previsti per l’autunno prossimo” …… I nuovi concorsi non Le sembrano, Sig. Ministro, una vile carognata nei confronti di centinaia di migliaia di precari che da anni aspettano, tra mille vicissitudini, una cattedra sicura? Che ne sarà di loro se potranno essere superati dai nuovi vincitori di concorso? Non Le sembra che così operando, in un sol colpo si possano far apparire come una presa per i fondelli tutti i precedenti concorsi di abilitazione?

Ci sono decine di migliaia di docenti a cui è stato chiesto di pagare fior di soldi per poter frequentare le Ssis per abilitarsi, ci sono centinaia di migliaia di docenti precari che stanno insegnando a pieno titolo (Laurea specifica + Abilitazione) da decenni, facendo sacrifici allucinanti (Le parlo per esperienza personale, io sono arrivato a fare più di 200 km al giorno per raggiungere la scuola in cui insegnavo e Le assicuro che fra andata e ritorno ci volevano più di 4 ore di viaggio) pur di accumulare punteggio per poter scalare la ora denominata graduatoria ad “esaurimento” (probabilmente è stata progettata per l’esaurimento del docente e non della graduatoria stessa). Io sento spesso parlare nel Suo Governo di “equità” ma quali sarebbero le occasioni in cui l’avete o la state applicando? Mi sembra che come al solito si facciano sempre due pesi e due misure, il cittadino comune (vedo il mio caso dove ho consumato più macchine [con tutti i costi di gestione] per andare a scuola) deve a proprie spese (che non sono deducibili) raggiungere il luogo di lavoro (dovunque esso sia visto perche è stato fortunato ad averlo e se non lo accetta viene depennato), qualcun altro viaggia con le macchine di servizio e ha rimborsi di ogni tipo! Passi anche questa disparità, nel nostro paese sembrano addirittura normali, ma se lo Stato mi fa una promessa (Arriva addirittura a chiamare la graduatoria ad esaurimento nell’ottica di far diventare di ruolo tutti i suoi iscritti) e io con questa aspettativa arrivo a lavorare anni e anni quasi in perdita, alla fine con che faccia Lei mi viene a dire che tutti i sacrifici che io ho fatto e pagato per anni non valgono più niente? … anzi se vorrò continuare ad insegnare dovrò fare un concorso, per che cosa? L’abilitazione l’ ho già presa, La Laurea già ce l’avevo, la Cattedra libera? Gli oltre 100 punti che ho accumulato in oltre 10 anni di onorato servizio all’improvviso non contano più niente? Non è che “qualcuno” deve passare di ruolo e non ha gli anni giusti di sevizio? Forse allora è giusto il detto “a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca”? Lei asserisce nella Sua intervista che i nuovi concorsi “serviranno a trovare un organico più vicino alla cultura dei più giovani” ma cosa intende dire con ciò? Un docente deve insegnare o diventare amico dell’alunno? Nella “Nuova Scuola” per cui Lei si adopera, l’insegnante dovrà comunicare il proprio bagaglio culturale arricchito dalla propria esperienza pluriennale o dovrà andare a giocare a pallone con gli alunni magari ascoltando insieme con le cuffiette qualche nuovo brano rap? Di nuovo i due pesi e due misure, quando fa comodo l’insegnate è buono sino a 67/68 anni (se non sbaglio queste per ora sono le nuove età pensionabili, che saliranno ancora con le nuove aspettative di vita), quando si vuole invece si cerca “giovane” perché è più vicino alla cultura dell’alunno, non commento perché il mio concetto di cultura non ha età! Queste sono domande a cui mi farebbe piacere ricevere una risposta , sempre che ne esista una sensata. …. Stavo dimenticando di chiederLe se condivide la “genialata” del Suo sottosegretario Marco Rossi Doria che si appresta a presentare un DDL per ridurre di un anno il percorso di studio delle superiori e far fare l’esame di maturità a 17 anni, ma proprio più nessuno è interessato alla formazione dei nostri ragazzi? Questa sarebbe la soluzione ai problemi della scuola, si parla ancora di liberare risorse, ancora di risparmi sul nostro sistema formativo, altri tagli di docenti, ma stiamo scherzando? .. purtroppo ho il serio dubbio di no! Ma in che mani siamo? Dopo aver distrutto le scuole elementari, le scuole medie ecco ora è il turno delle superiori?

Anche qui penso di poter parlare con cognizione di causa, insegno alle superiori e Le posso assicurare per i non addetti ai lavori che in prima superiore arrivano alunni con carenze allucinanti, (ed ogni anno che passa è sempre peggio!) se non si riescono ora a finire i programmi in 5 anni come si può pensare di farlo in 4? Si ha l’intenzione di distruggere completamente il sistema formativo italiano? Ma che Italia vogliamo? Chi non investe nella cultura dei propri cittadini vedrà presto affondare il proprio Paese e non aggiungo altro perché sono troppo arrabbiato ……. Tanto nell’ epoca della mercificazione più totale è più economico andare a prendere gli ingegneri in India, in Pakistan o in oriente dove costano meno piuttosto che formarli nel nostro paese e dare un futuro a migliaia di giovani italiani, giusto? Ci rendiamo conto di che cosa stiamo facendo?

La Politica, i Governi dovrebbero programmare il futuro di un Paese, Voi davvero pensate di star facendo ciò? Io pensavo che nel nostro Paese ci fossero più persone interessate al nostro futuro e ….. invece sono rimasto assordato da questo pericolosissimo silenzio! Il mio vuol essere un invito a ragionare, a guardare al di la del proprio naso, ad avere un’aspettativa per il domani, ricordiamoci che se uccidiamo la “speranza” (che l’ultima cosa che ci rimane ormai) il futuro non potrà che essere buio! …. con il rischio evidente che moltissime persone smetteranno di lottare contro le avversità (di cui siamo ricchissimi negli ultimi tempi!) sviluppando solo il pessimismo più biego e perdendo ogni fiducia per il domani! È questo ciò che vogliamo per noi e i nostri figli?

 

Prof. Antonio Rossi