Rapporto Unicef, Tuttoscuola, 28.2.2012 Più di 200 milioni di bambini sotto i cinque anni di età, nei paesi in via di sviluppo, non riescono a raggiungere il proprio potenziale in termini di sviluppo cognitivo. La stima è dell'Unicef, contenuta all'interno del rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo 2012: Figli delle città", presentato oggi in contemporanea in tutto il mondo. Oltre un terzo delle nascite nelle aree urbane non viene registrato, il che esclude questi bambini dal riconoscimento dei diritti che spettano loro, a partire proprio da quelli alla salute e all'istruzione. Nel rapporto viene notato che, secondo i dati riferiti al 2008, c'erano 67 milioni di bambini in età di scuola primaria che non frequentavano la scuola: di questi, il 53% erano bambine. Il rapporto mette in evidenza anche alcune differenze locali. Mentre i genitori di Dacca, in Bangladesh, spendono in media il 10% del reddito familiare per i costi scolastici di ogni figlio,questa percentuale sale al 20% nelle famiglie più povere. In generale, sondaggi condotti in Brasile (San Paolo), in Marocco (Casablanca) e in Nigeria (Lagos) dimostrato che le famiglie con i redditi più bassi spendono per la scuola più di un quarto delle entrate familiari. In Bangladesh, secondo dati risalenti al 2009, le differenze erano ancor più pronunciate al livello secondario: il 18% dei bambini dei bassi fondi frequentava la scuola secondaria, in confronto al 53% delle aree urbane e al 48% delle zone rurali. Il documento spiega che "le opportunità per chi vive nelle aree urbane non sono accessibili in modo uniforme": in Egitto, tra il 25% dei bambini nelle aree urbane ha frequentano la scuola materna, contro il 12% delle aree rurali. Tuttavia, solo il 4% dei bambini delle famiglie urbane più povere ha frequentato la scuola materna. A Delhi, in India, poco più del 54% dei bambini degli slum frequentava la scuola primaria nel 2004-2005, rispetto al 90% dei bambini della città.
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