Quella omotetia, tra talebani e dirigenti scolastici, farà saltare il sistema scolastico.

Lucio Ficara, 26.2.2012

La casta dei dirigenti scolastici, fortemente voluta dalla sinistra italiana e dal sindacato, è un mostro genetico che sta fortemente indebolendo il sindacato tradizionale e minando la sua credibilità, a favore del proliferare dei sindacati gialli. Questi ultimi nascono e si moltiplicano in questo ultimo quindicennio per consolidare il potere di una casta, che, secondo me, è fortemente responsabile della decadenza della scuola pubblica.

E’ noto a tutti che, molti dirigenti scolastici, provenienti da storie politico-sindacali come quelle della cgil, cisl, uil, snals……., oggi hanno, in barba agli statuti sindacali di provenienza, la doppia adesione sindacale, aderendo all’anp o all’andis o alla dir-presidi, o al coordinamento adi dei ds. E’ altrettanto noto che, tali dirigenti, criticano sullo stile di confindustria il protezionismo che il sindacato tradizionale garantisce ai suoi iscritti.

La maggior parte dei dirigenti scolastici, la pensa come Emma Marcegaglia, quando sostiene che: “il sindacato tradizionale protegge assenteisti cronici, ladri e fannulloni”. Per la casta dei dirigenti scolastici, infastidita nel dovere confrontarsi sindacalmente con le RSU e con i sindacati, la causa del fallimento della scuola è dovuta alla “pessima”, ma “potente”, politica sindacale, impegnata a proteggere i privilegi di chi non svolge i propri doveri, anziché pensare al buon funzionamento del servizio pubblico dell’istruzione. La “casta”, che il sindacato ha tanto voluto per attuare l’autonomia, adesso punta il dito contro il proprio genitore, ritenendolo responsabile dell’attuale situazione in cui verte il mondo della conoscenza.

Mi viene spontaneo fare una similitudine molto forte nei toni, ma a mio modo di vedere, molto calzante. Nello stesso modo in cui gli americani hanno creato i talebani, mostro genetico di cui sono rimasti vittima, i sindacati confederali favorendo questo tipo di autonomia scolastica, autocratica e autoreferenziale, hanno generato la casta dei dirigenti scolastici, che adesso agisce contro i suoi genitori, anche attraverso la costituzione del sindacato giallo, che non perde occasione di lanciare provocazioni e minare l’onorabilità e la credibilità dei sindacati dei lavoratori. Mi rendo perfettamente conto che il confronto tra la genesi talebana e quella dei dirigenti scolastici è molto forte, ma si tratta di una perfetta omotetia, che ha, con le dovute proporzionalità matematiche, come equivalente, lo stesso significato morale.

La casta dei dirigenti scolastici, non può scrollarsi di dosso le proprie responsabilità, sull’evidente fallimento del sistema scolastico e addossarle al sindacato, come potrebbe fare un adolescente, con i propri genitori, ma piuttosto dovrebbe impegnarsi con tutti i mezzi democratici che possiede, a fare funzionare la propria scuola. E’ necessario, per risolvere il problema del mondo della scuola, applicare un metodo catartico, riconducendo l’autonomia scolastica, nell’alveo naturale e democratico, dove il confronto tra dirigente scolastico e la rappresentanza sindacale, sia equilibrata e rispettosa delle regole, perché se una delle due prevarica sull’altra, il sistema salta, così come salta l’armonia familiare se le componenti genitoriali, non hanno quel giusto e sano equilibrio riguardo l’educazione dei figli.

Concludo dicendo che la scuola, non ha bisogno di caste oligarchiche intente ad esercitare i propri eccessi di potere contro il personale scolastico, ma al contrario deve, attraverso componenti democraticamente elette, con-trattare il modo per raggiungere quegli equilibri necessari, per fare funzionare al meglio un servizio pubblico primario e indispensabile per il bene dell’intera Nazione. Sarebbe bene, finirla da parte dei sindacati gialli, di minare la credibilità dei sindacati rappresentativi, perché si rischia, irresponsabilmente, di fare saltare il sistema scolastico nazionale.


Lucio Ficara

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