Studenti, chi invia troppi sms
limita il proprio linguaggio

di A.G. La Tecnica della Scuola, 19.2.2012

Una ricercatrice dell'Università di Calgary ha svolto un’indagine su un gruppo di universitari canadesi: la conclusione è che la lettura eseguita attraverso i tradizionali mass media offre una maggiore varietà e creatività di linguaggio, che non si ha invece con il gergo colloquiale dei messaggi scritti dai giovani.

L’utilizzo eccessivo dei messaggini attraverso il telefono cellulare sembrerebbe danneggiare la capacità linguistica di interpretare e acquisire le parole. A sostenerlo è una ricercatrice dell'Università di Calgary, Joan Lee, dopo aver chiesto ad un gruppo di studenti universitari quali fossero le loro abitudini di lettura, incluso scrivere e leggere Sms, per poi presentargli un certo numero di parole, vere e fittizie. Al termine dell’indagine, pubblicata sulla rivista 'Dissertation and features', è emerso che chi manda con alta frequenza messaggi via telefono cellulare é meno propenso ad acquisire nuovi vocaboli. Al contrario, chi legge di più i media tradizionali, come libri, riviste e giornali, ha più predisposizione per il fare proprie parole e conoscenze nuove.

“Il nostro dato di partenza sullo scrivere messaggi – ha spiegato la ricercatrice canadese - era che incoraggia un linguaggio senza restrizioni e limiti, ma abbiamo visto che é un mito. Le persone che 'accettavano' e acquisivano più parole lo facevano perché sapevano meglio interpretare il significato della parola anche se non le riconoscevano. Gli studenti invece che leggevano e scrivevano più messaggi rigettavano più parole, invece di acquisirle come possibili nuovi vocaboli”.

Secondo i realizzatori dello studio, dunque, la lettura eseguita attraverso i tradizionali mass media offre una maggiore varietà e creatività di linguaggio, che non si ha invece con il gergo colloquiale dei messaggi scritti dai giovani. “Leggere incoraggia la flessibilità del linguaggio e l'acquisizione di parole diverse, aiuta a sviluppare capacità che permettono di interpretare e capire parole nuove o insolite. Al contrario – ha concluso Lee - scrivere messaggi é associato a rigidi freni linguistici, che spingono gli studenti a rigettare molte parole”.

In conclusione, se le indicazioni provenienti dal Canada sono corrette, viene da chiedersi: siamo di fronte a dei semplici effetti collaterali derivanti dall’abuso delle nuove tecnologie? Oppure a degli abusi che alla lunga faranno senz'altro arretrare il patrimonio linguistico e conoscitivo delle nuove generazioni?